Anton Čechov

Anton Pavlovič Čechov nacque a Taganrog nel 1860 da una famiglia modesta ed economicamente disagiata (il nonno era servo della gleba). Finito il liceo si trasferì a Mosca e si laureò in medicina. Esercitò la professione, tuttavia, solo saltuariamente e in situazioni di emergenza (come durante la carestia del 1892-1893), preferendo dedicarsi interamente alla letteratura e al teatro. Ai giovanili Racconti di Melpomene (1884), seguono le raccolte Racconti variopinti (1886) e Nel crespuscolo (1887). Dopo un viaggio all’isola di Sachalin, della cui colonia penale riferì in un libro-inchiesta pubblicato nel 1895, si trasferì nella tenuta di Melichovo, non lontano da Mosca, dove scrisse gran parte delle sue opere più importanti. Amico di Tolstoj e di Gor’kij, per solidarietà verso il quale si dimise dall’Accademia russa delle scienze, ottenne il primo verso successo critico con la rappresentazione del dramma Il gabbiano al Teatro d’arte moscovita, nel 1895. Malato di tubercolosi, soggiornò più volte in Crimea, a Nizza e a Biarritz, Nel 1901 sposò l’attrice Olga Knipper, con la quale si trasferì a Badenweiler nell’ultimo tentativo di combattere la malattia. Lì, a soli quarantaquattro anni, morì nel 1904. Tra le sue opere ricordiamo i racconti La steppa (1888). La corsia n. 6 (1892), Il duello (1892), La mia vita (1895), I contadini (1897), Il racconto di uno sconosciuto (1898), La signora col cagnolino (1898), Nel burrone (1900), e i drammi Il gabbiano (1895), Zio Vanja (1899), Le tre sorelle (1901) e Il giardino dei ciliegi (1904). Con i “Classici” Feltrinelli sono usciti I racconti della maturità (2007), Romanzi brevi e racconti. 1885 (2014) e Racconti (2014); nella collana digitale Zoom, Il fiammifero svedese (2013).

Teatro di Anton Čechov

“Non si deve mentire mai. L’arte ha questo di particolarmente grande: non tollera la menzogna.” Ne Il gabbiano l’autore racconta i tentativi di un giovane drammaturgo alla ricerca di nuove forme, l’anelito alla celebrità di una ragazza che vuole…

La cattura

La cattura

di Salvo Palazzolo, Maurizio de Lucia