Jean-Paul Fitoussi

Jean-Paul Fitoussi (1942) è professore all’Institut d’études politiques di Parigi e presidente dell’Ofce, l’Osservatorio francese delle congiunture economiche. Fa parte del consiglio di amministrazione di Telecom e del consiglio di sorveglianza di Banca Intesa Sanpaolo e insegna all’Università Luiss. Con Feltrinelli ha pubblicato La democrazia e il mercato (2004) e La nuova ecologia politica (con Eloi Laurent; 2009). 

La nuova ecologia politica di Jean-Paul Fitoussi, Éloi Laurent

La crisi odierna del capitalismo sta scuotendo in profondità non solo le istituzioni finanziarie internazionali e i bilanci pubblici di quasi tutti gli stati, ma gli stessi paradigmi dominanti nel campo delle scienze economiche. Occorre ripensare seriamente, in questo contesto, le possibilità stess…

Jean-Paul Fitoussi: Le identità nazionali e l’integrazione fallita

Jean-Paul Fitoussi: Le identità nazionali e l’integrazione fallita

Basta un minimo di introspezione per rendersi conto che la nostra difficoltà a rispondere alla domanda su chi siamo deriva dalla complessità dell´intreccio delle nostre diverse identità e della loro architettura. Di fatto, chi sono io?

Jean-Paul Fitoussi: Gli Stati nazione nel mercato globale

Nella campagna elettorale francese, la globalizzazione ricorre con insistenza nelle menti dei cittadini, e talora nei discorsi dei candidati. Ma sono sempre gli stessi schemi di pensiero a scontrarsi di continuo...

Jean-Paul Fitoussi: L’Europa e la sfida dell’energia

Oggi ci troviamo ad affrontare una sfida cruciale, che la dimensione europea ci permette però di raccogliere agevolmente: quella delle nuove tecnologie dell’energia e dell’ambiente.

Jean Paul Fitoussi: Tra ecologia ed economia

Parlare di sistema economico è inesatto: l’economia non è infatti un sistema chiuso e autonomo, basato su leggi indipendenti dal diritto, dall’etica, dalla politica o dal sociale. Perciò una riflessione sull’economia ha senso soltanto quando è integrata.

Jean-Paul Fitoussi: Il modello francese

La tendenza all’astrazione che caratterizza i dibattiti di politica economica e sociale nei Paesi europei porta a un uso eccessivo della nozione di modello.

Jean-Paul Fitoussi: Quale futuro attende la nostra collettività

Il Welfare costa molto di più quando la popolazione invecchia, e dunque crescono le spese per le pensioni e le spese per la sanità. Ecco in che modo va conservata la componente della solidarietà.

Jean-Paul Fitoussi: I valori della ricerca

Investire nella ricerca, nello sviluppo, nell´insegnamento superiore è diventato il leitmotiv di ogni discorso politico che si prefigga come obiettivo la crescita economica. Si tratta di un bel programma, ma alle parole devono seguire i fatti.

Jean-Paul Fitoussi: Dopo il referendum francese. Se la Costituzione è stupida

Una parte importante dei francesi sogna un´Europa diversa da quella promessa dal progetto di Trattato costituzionale. Un´Europa dove le popolazioni possano contare di più grazie alla mediazione d´un funzionamento più democratico delle sue istituzioni.

Jean Paul Fitoussi: Quel male che affligge l'Europa

I francesi hanno un tale bisogno d’Europa da augurarsi che l’elaborazione europea partecipi in misura molto maggiore alla soluzione dei loro problemi. Il fatto è che in buona parte i francesi soffrono, e la Francia dubita.

Jean-Paul Fitoussi: I bassi salari non pagano più, ora si punti sulla domanda interna

Occorre una politica di crescita risoluta per indurre le imprese a reinvestire i loro utili sul mercato interno. Solo così si potrebbe determinare un aumento dei salari, che servirebbe anche l’interesse, correttamente inteso, delle stesse imprese.

Jean-Paul Fitoussi: L´euro forte e l´Europa debole

La constatazione è triste, ma merita d´esser fatta: dopo la caduta del muro di Berlino, l´andamento economico della zona euro è stato tra i più mediocri del mondo.

Jean-Paul Fitoussi: Il mercato delocalizzato

Con i nuovi sviluppi della globalizzazione, tutte le categorie di lavoratori sono a rischio di disoccupazione e/o di diminuzione del loro reddito.

Jean-Paul Fitoussi: Sanità, se l’America ci ripensa

Negli Stati Uniti di questi tempi è in corso un dibattito che suona strano a chi lo stia ascoltando dall’Europa: ci si chiede se si debba collettivizzare il finanziamento delle spese sanitarie.

Jean-Paul Fitoussi: Se la tesi di Keynes resiste alle mode

La teoria economica keynesiana, vecchia o nuova che sia, contiene un dato resistente alle mode così come a ogni tentativo di smantellamento, in quanto indica la necessità di procedere a scelte ponderate tra gli obiettivi di politica economica.
Telecom. ‟I debiti? Non sono un problema, solo il pretesto per attaccarci”. Un’intervista a Jean-Paul Fitoussi

Telecom. ‟I debiti? Non sono un problema, solo il pretesto per attaccarci”. Un’intervista a Jean-Paul Fitoussi

‟Quello che sta succedendo non c’entra con l’azienda. L’azienda è sana. Non c’è un problema di debiti. A 41 miliardi si è arrivati non per operazioni strane ma per la fusione con Telecom Italia Mobile, che era già controllata. E anche in questo modo, la situazione degli asset patrimoniali oggi non solo è migliore rispetto a due anni fa, quando ci fu l’Opa Tim: non è proprio paragonabile al carico che appesantiva il gruppo nel 2001, all’ingresso della nuova gestione.”

‟Non è la fine dell'Europa”. Intervista a Jean-Paul Fitoussi

‟Il progetto di Blair mi sembra soprattutto retorico, non realista, nella misura in cui per modernizzare l'Europa bisognerebbe consacrarvi dei mezzi ben superiori a quelli del bilancio europeo. Dire che se venissero dati i mezzi attribuiti ora alla Pac (politica agricola) all'insegnamento superiore e alla ricerca e sviluppo si risolverebbe il problema del futuro dell'Unione, significa prendere un po' in giro tutti quanti. La Pac assorbe lo 0,35% del prodotto interno lordo europeo. E con lo 0,35% non si fa molto per l'insegnamento superiore, per la ricerca e sviluppo, per l'innovazione. Invece, se ci fosse un riorientamento delle risorse destinate alla Pac si avrebbe una rinazionalizzazione della politica agricola. È una buona strategia? Non credo. L'Europa protegge meno degli Usa i propri agricoltori. In altri termini, con le proposte di Blair vediamo cosa perdiamo ma non cosa si guadagna. Se vogliamo fare della ricerca e dell'insegnamento superiore una politica comune, allora bisogna aumentare il bilancio dell'Unione”.

Lo Stato sociale diventa global. Intervista a Jean-Paul Fitoussi

‟Nell'Ue, si è optato per il sistema che chiamo del "dittatore benevolo". I governi, cioè, non hanno più i mezzi per agire perché ogni tentativo urta con i vincoli posti dall'alto. Le scelte economiche sono predeterminate dalle regole. Dunque, è stato ridotto lo spazio della democrazia. I governi di destra che cercano di abbassare le tasse, oggi non possono più farlo. Lo stesso avviene per quelli di sinistra che vogliono aumentare la spesa pubblica. Si riduce la spesa sociale, poi, nel momento in cui si ha disoccupazione di massa.”