Stefano Benni: Ultimo discorso da Fort Quiet

27 Febbraio 2003
AMERICANI. L´ora delle decisioni irrevocabili è giunta. Qualcuno, ultimamente, ha messo in dubbio la mia salute mentale. Lo smentirò oggi con questo discorso lucido, scritto di mia mano. Dio mi ha ispirato e Rumsfeld mi ha spiegato da che parte tenere la biro.
Non possiamo più aspettare, mettendo a repentaglio la pace del mondo. Se i nostri avi avessero aspettato, a quest´ora l´America sarebbe sotto il dominio pellerossa e al mio posto ci sarebbe un sanguinario Apache di nome "Piccolo Cespuglio" o "Bisonte W. Junior".
È ora che il federalismo americano ritrovi la sua vera forza, e che lo spirito guerriero texano spazzi via il centralismo di Manhattan ladrona e i terroni californiani.
Non possiamo accettare ulteriormente i veti d´una diplomazia imbelle.
L´America deve caricarsi sulle spalle il mondo. Se il mondo cade per terra, pazienza.
Vi comunico, con infinito e preventivo entusiasmo, che le truppe americane hanno attaccato l´Iraq del dittatore Saddam.
I nostri militari sono i migliori del mondo e entro poche settimane riporteremo la pace in quel tormentato paese. La moderna tecnologia bellica Usa, unita al perfetto addestramento del mio pitbull Tony e alla geometrica potenza della rete ferroviaria italiana, si è messa in moto e niente potrà fermarla.
Non abbiamo aspettato l´Onu perché proprio lì si annidano i complici del raìs e di Osama, in particolare i francesi. Abbiamo le prove che esiste una base islamica popolatissima e agguerritissima, in riva al mare, pronta a accogliere le navi che trasportano armi chimiche. Il nome della base segreta è Marsiglia. I nostri bombardieri, che sono i migliori del mondo, stanno radendo al suolo questo covo di serpi.
Anche i mollaccioni tedeschi hanno dimostrato la loro connivenza col terrorismo. Abbiamo le prove che il mullah Omar scappò dall´assedio su una moto Bmw. Esistono piani di guerra batteriologica per farcire di crauti i nostri hamburger. I tedeschi hanno cercato di confonderci le idee fuggendo in vari paesi, ma li abbiamo individuati e li colpiremo ovunque. Abbiamo già attaccato Berlino, Vienna, Berna e Bolzano, lanciando i nostri paracadutisti che sono i migliori del mondo. Il forte vento, probabilmente alimentato dai pacifisti, ha fatto sì che metà dei nostri parà atterrasse in Norvegia. Già che c´eravamo, abbiamo raso al suolo Oslo. Chi è neutrale oggi può essere ostile domani.
Abbiamo anche attaccato il Venezuela la cui situazione politica e petrolifera esigeva una pronta risposta. Per un errore di battitura nella trasmissione degli ordini, oltre l´obiettivo "Venezuela" è stata bombardato anche l´obiettivo "Venezia". Il premier Berlusconi, nostro fedele alleato, ci ha però perdonato. La sua reazione è stata: "Tanto stava affondando, così ha sofferto di meno".
Americani, anche l´Oriente sta per conoscere la pace globale! Un aereo con una delle nostre testate nucleari, le migliori del mondo, ha sorvolato il cielo coreano a scopo lievemente deterrente. Ma non abbiamo usato l´atomica, non siamo dei pazzi irresponsabili. Purtroppo mentre l´aereo faceva inversione di rotta, per la rottura di un elastico, la bomba è caduta su Pechino. Pagheremo i danni, non rompeteci i coglioni.
Ma chi abbiamo colpito con ferma e preventiva decisione, è stato il Raìs Bianco, colui che più di tutti ci ostacola: un dittatore eletto coi voti di un´esigua élite che pretende di rappresentare milioni di persone, che straparla di pace aizzando le masse dal balcone o dalla sua mostruosa auto blindata. Un uomo che pretende di rappresentare il Bene (che come è noto, è copyright americano) senza neanche pagarci il diritto d´autore. Costui porta il nome vampiresco di Wojtyla. Stamattina truppe scelte di marines travestiti da vescovi, coi bazooka eroicamente dissimulati nella propria anatomia, hanno attaccato il Vaticano. Sapevamo che l´esercito mercenario papale disponeva d´un arma segreta detta Alabarda, ma noi abbiamo i migliori spadaccini del mondo e dopo uno spettacolare duello siamo entrati nel covo cattoterrorista. Il Raìs Bianco era a colloquio con un uomo barbuto travestito da francescano, subito identificato in Osama Bin Laden. Benché la Cia mi abbia assicurato che Osama è morto 14 volte di cui almeno 7 gravemente, il bastardo ha dato prova d´inattesa vitalità ribellandosi, urlando di chiamarsi frate Giuseppe e bestemmiando in modo indecoroso. Sono in corso accertamenti.
Americani, non temete: l´operazione Global peace non si ferma qui. Truppe di leoni marini e calamari addestrati, i migliori del mondo, hanno attaccato con bombe subacquee la città di San Francisco, notoriamente covo del pacifismo hippy e disfattista. Abbiamo anche chirurgicamente distrutto 5mila ristoranti orientali. Come dice l´amico Borghezio, non un granello di cuscous impesterà più il nostro sacro suolo.
L´operazione Global peace ha comportato, naturalmente, anche insidie e pericoli, soprattutto per la mia persona. Un gruppo di terroristi travestiti da infermieri, ha circondato il mio appartamento della Casa Bianca. Io e Condoleezza li abbiamo respinti a revolverate. Dopo questo incidente, sono state prese immediate contromisure. Dieci marines, a loro volta travestiti da infermieri e guidati da un colonnello travestito da psichiatra, mi hanno portato in salvo in una località segreta dal nome di Fort Quiet, anche se, per ingannare i terroristi, fuori c´è scritto "Casa di cura Villa Serena".
Vi parlo appunto dalla Sala tv e svaghi di Fort Quiet, e quelli che vedete giocare a tombola in pigiama sono in realtà guardie del corpo, le migliori del mondo. Certo è un sacrificio stare chiuso qui, ma come presidente degli Stati Uniti sono troppo prezioso per espormi in un momento così difficile, e poi ho i miei soldatini di piombo e il letto ad acqua. Sono assistito da psicomarines gentili che mi danno le medicine migliori del mondo. Ho conosciuto un simpatico signore che si chiama Napoleone Bonaparte, un ex-militare. C´è anche uno che si crede Berlusconi, ma è fondamentalmente onesto e questo gli ha causato un conflitto interiore d´interessi con esito schizofrenico.
Americani, abbiate fiducia! So che fuori di qui le operazioni procedono e il nostro esercito passa di conquista in conquista, il mappamondo si riempie di bandierine a stelle e strisce come un gioioso porcospino. Tutte le notti faccio il punto con Colin Powell (anche lui è nascosto a Fort Quiet). Camminiamo nei corridoi col pigiama e le pantofole mimetiche e prepariamo l´operazione finale. Lanceremo in orbita Final Fantasy, un satellite con un raggio laser precisissimo in grado di distruggere tutte le terre emerse a eccezione dell´America. Solo così potremo garantire una vera sicurezza al mondo. Ma quel rompiballe di Powell insiste a dire: e poi contro chi facciamo la guerra? Abbiamo litigato, lui mi ha forato la padella e io gli ho riempito la flebo di maionese. Che risate!
I marines medici hanno detto che per il momento non posso uscire, la situazione è troppo pericolosa. So che vorreste il vostro presidente nella zona delle operazioni col giubbotto da aviatore e la Colt in pugno. Ma credetemi: come dicono i miei collaboratori, l´unica vera speranza per la pace mondiale è che io stia chiuso per un po´ qui dentro. Quando uscirò, saremo padroni della terra e poi via, all´attacco del sistema solare!
Cittadini americani, il vostro presidente George W. Bush vi saluta da Fort Quiet alias Villa Serena. Dio benedica l´America, e incenerisca i suoi nemici, e un accidente a Colin Powell se mi frega ancora la mela cotta.

Stefano Benni

Stefano Benni è nato a Bologna nel 1947. Con Feltrinelli ha pubblicato: Prima o poi l’amore arriva (1981), Terra! (1983), Stranalandia, con disegni di Pirro Cuniberti (1984), Comici spaventati guerrieri …