Michele Serra: Mancomat per i meno abbienti

06 Maggio 2004
Di fronte all'incalzare delle nuove povertà, gli esperti del governo stanno studiando una serie di contromosse, ispirate al pensiero liberista e alla creatività imprenditoriale.

1. La parola 'povero', nella sua brutalità naturalistico-ottocentesca, descrive una condizione inaccettabile in un paese moderno e civile. I poveri dovranno dunque definirsi 'persone in via di sviluppo', anche se hanno superato gli ottant'anni e agonizzano in un ospizio. Dovranno abbandonare ogni atteggiamento disfattista e soprattutto sorridere: il sorriso, dice un comunicato congiunto del Tesoro e della Sanità, non costa niente e valorizza le otturazioni dentali. È vivamente consigliato, per non auto-emarginarsi dal consesso sociale, sostare almeno qualche minuto al giorno davanti a uno sportello Bancomat congratulandosi con quelli che prelevano contanti.

2. Ogni italiano in via di sviluppo, anche se non lo sa o fa lo gnorri, è un'impresa. Sarà dunque dotato per legge di partita Iva, una scrivania pieghevole in formica e una cravatta regimental, pagabili in comode rate, e dovrà presentare ogni anno il rendiconto delle sue attività imprenditoriali. Qualora (tipico il caso delle massaie settantacinquenni e dei minatori del Sulcis) non si svolgano attività imprenditoriali e si indossino le cravatte regimental solo per far ridere i bambini facendo l'imitazione di Jas Gawronski, sono previste sanzioni da 500 a mille euro.

3. I cittadini in via di sviluppo avranno accesso agevolato al credito. Ogni banca dovrà disporre, sotto lo sportello Bancomat, di un orifizio più basso per i meno abbienti, il Mancomat. Inginocchiandosi e introducendo la Carta Carponi (la nuova simpatica card virtuale: nell'apposita fessura si infila la lingua), invece delle tradizionali e costose banconote lo sportello fornirà un pianetino della fortuna con il peso del cliente (precedente) e una massima di Luigi Einaudi.

4. Se le carte di credito non sono alla portata delle persone in via di sviluppo, ecco le nuovissime carte di debito: registrano i costi pubblici di mantenimento del disoccupato o del cassintegrato che invece di darsi da fare ronfa fino alle 11 e poi bighellona per casa borbottando frasi insensate.
In tempo reale, il miserabile potrà controllare sulla sua carta di debito quanto deve alla generosità del suo Paese, e comunicare ogni fine mese alla più vicina caserma della Guardia di Finanza come e quando intende saldare quanto dovuto.

5. Sono previste diverse centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro, che saranno contrassegnati da cartelli con la scritta 'posto di lavoro' dislocati davanti alle aziende, ai negozi, alle imprese pubbliche, oppure in parchi e giardini. I cittadini che ne invididuino uno di loro gradimento, potranno sostare nei pressi, portandosi una sedia da casa, e aspettare un colpo di culo, tipo il ribaltamento di un furgone postale con perdita di valuta sul marciapiede, o il passaggio di un imprenditore che proprio in quel momento stia ricevendo al telefonino la notizia della morte di un dipendente e voglia immediatamente rimpiazzarlo con il primo che trova. Con la Finanziaria del 2005 si prevede che i cartelli possano essere sostituiti con altri di foggia più esclusiva.

6. Accantonato il lodo Carlucci, che prevedeva la messa fuori legge della povertà per evidenti ragioni di buon gusto, è allo studio una legge-quadro Adornato, più possibilista, i cui scopi sono descritti nel suo ultimo saggio politico 'Oltre la povertà'. Per sommi capi, Adornato propone di superare la tradizionale dicotomia povertà-ricchezza, troppo legata al vecchio conflitto di classe. Per il come e il quando, non ne ha la minima idea, però accetta consigli.

Michele Serra

Michele Serra Errante è nato a Roma nel 1954 ed è cresciuto a Milano. Ha cominciato a scrivere a vent’anni e non ha mai fatto altro per guadagnarsi da vivere. …