Vittorio Zucconi: La Casa Bianca delude gli Usa. Ora tremano anche i falchi

27 Maggio 2004
Dice Bob Woodward, pochi minuti dopo il discorso che avrebbe dovuto cambiare il vento degli umori che soffiano contro la Casa Bianca: «Bush ha cercato di abbassare l'asticella delle attese, il suo è stato un discorso cupo e difensivo, dietro la retorica ottimistica, non credo abbia persuaso nessuno». Non osa, il giornalista che ascolta le confidenze delle gole profonde governative da 30 anni, usare la parola tremenda, «delusione», che oggi emerge da un'America che ha visto e ascoltato senza trasporto, e senza la diretta delle grandi network, un Presidente che si rifugia nell'ovvio per non inciampare nelle responsabilità. Ma la usa Joe Biden, vice presidente della commissione Esteri del Senato, un democratico favorevole alla guerra, uno di quelli che Bush dovrebbe riconquistare: «Terribile, terribile, terribile delusione. Un insieme di formule già ascoltate mille volte e nessuna risposta vera alle domande che ormai la maggioranza degli americani si pone e gli pone. Questa amministrazione brancola nel buio». Nessuna novità, nessuna road map nuova. Bisogna cercare nella claque della «curva sud» ideologica, per trovare commenti entusiastici come quello di Tom De Lay, il texano capogruppo repubblicano alla Camera: «Abbiamo avuto le due cose che ci aspettavamo da lui, una immagine onesta della situazione e un piano dettagliato per il futuro», ma non trova «dettagli» nuovi neppure il "Wall Street Journal", che vede nelle sue parole «più umiltà e un primo accenno di riconoscimento agli errori commessi». E certamente non il "New York Times" che deplora la sua ostinazione nel «non voler mai ammettere errori» e quindi «non creare le premesse per evitarne di nuovi». Sarcastico, sul quotidiano in Internet della Microsoft, "Slate", William Saletan riprende la metafora di Alice nel Paese delle Meraviglie, di un Bush «ormai sganciato dalla realtà» che «vive in una sua concezione astratta delle cose senza rapporti con i fatti». E non sarà John Kerry, il suo antagonista democratico, a lanciargli un salvagente. Che cosa ha detto Bush? «Assolutamente nulla di nuovo». E' qualcosa più della solita rappresentazione delle «due Americhe» che ascoltano ciascuna la verità che vogliono sentire. La «vecchia minestra riscaldata e servita in cinque punti, senza nessuna novità», come la definisce Leslie Gelb del Council on Foreign Relations presenta una sola vera notizia, l'annuncio che un giorno, nel futuro, le forze di occupazione faranno quello che avrebbero dovuto fare subito, demoliranno la villa triste di Saddam, Abu Ghraib, divenuta poi la palestra per gli abusi e le torture americani e costruiranno un «moderno carcere ad alta sicurezza». E' ormai una maggioranza, a essere delusa, non la mitica «altra America», a non credere più alla Wonderland irachena, con 6 americani su 10 che disapprovano la condotta della guerra e l'indice di gradimento sceso ai livelli di papà George prima della sconfitta. Il rullo dei discorsi, che batterà nelle prossime cinque settimane verso la sovranità irachena con il guinzaglio Usa, tradizionalmente risolleva le fortune popolari di un presidente e i sondaggi dovrebbero migliorare. Ma se Bush insisterà a proporre la stessa, logora retorica ascoltata lunedì sera, l'effetto spinta sarà breve ed effimero. «Ci sono ormai molti repubblicani che vacillano, in Parlamento, temendo di essere trascinati giù con lui», ammetteva un fedelissimo, il deputato Chuck Hagel del Nebraska, ma forse la testimonianza più acerba della delusione viene da un cinico perfetto ed equidistante. Arriva da quel Dick Morris, tecnico elettorale al servizio di chi lo paga che, dopo avere fatto eleggere legioni di conservatori repubblicani, salvò il nemico Bill Clinton: «Un discorso disastroso - diceva dagli schermi della Fox di Murdoch tra l'imbarazzo dei suoi interlocutori schierati - un discorso scritto da chi ha perduto ormai l'orecchio e non sente più la musica, senza riuscire a parlare al pubblico decisivo per il suo futuro, alle donne. Ormai lui predica ai convertiti. Nell'elenco dei grandi successi - si è scandalizzato Morris - Bush ha citato il fatto che ora c'è un osservatore dell'Iraq nel Wto, l'organizzazione mondiale del commercio. Ma sai quanto gliene frega alle madri americane del Wto». Qualcuno, riferisce il "Washington Post", aveva addirittura infilato nel discorso una bella formula per spiegare il pasticcio istituzionale che nascerà in Iraq il 1 luglio: «sovranità limitata». Condoleezza Rice, esperta di Unione Sovietica, l'ha furiosamente cancellata in tempo. Forse sarebbe stata l'unica verità in quel discorso, e per questo è stata purgata.

Vittorio Zucconi

Vittorio Zucconi (1944-2019), giornalista e scrittore, è stato condirettore di repubblica.it e direttore di Radio Capital, dove ha condotto TG Zero. Dopo aver cominciato nel 1963 come cronista precario a …

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