Gabriele Romagnoli: Olimpiadi - L'Ercolino stanco

24 Agosto 2004
La lezione di Milo è servita. Forzuto greco del VI secolo a.C., vincitore di cinque medaglie olimpiche consecutive nella lotta, passeggiando vide un tronco spaccato da una fessura e decise di mostrare la sua potenza spezzandolo in due. Infilate le mani, non riuscì più a toglierle. Fantozzianamente rimase così e, nottetempo, lo divorarono i lupi. Più saggio Halil Mutlu, detto Ercolino, sollevatore di pesi turco che ha vinto il terzo oro consecutivo. Ercolino è, anche, una fisarmonica, a ogni olimpiade cambia categoria di peso, dopo attento studio degli avversari. Ad Atene ha scelto i 56 chilogrammi, potandosi come un bonsai. A Pechino, quando avrà 35 anni, ha già annunciato che tornerà ai 62 chili. Ercolino si presenta sulla scena come un'attrazione da circo, rossovestito e sorridente. Nell'ultimo sforzo fa saettare la lingua. Ma la cosa più curiosa avviene dopo, quando torna negli spogliatoi. Lo attende una selva di cortigiani turchi. Uno gli mette in testa un asciugamano che gli scende fino ai piedi facendolo sembrare il fantasmino Casper. Un altro lo fa sedere. Un terzo gli massaggia i polpacci. A questo punto a Ercolino, uomo capace di sollevare il triplo del proprio peso, viene sete. Prende una bottiglia d'acqua di plastica, la guarda, esita. Con un gesto che appartiene a generazioni di soavi compagne (quand'anche più forti dei loro uomini), la porge al suo allenatore, muto chiedendo: «Me l'apri?». L'allenatore gli risparmia lo sforzo. Ercolino beve. Poi torna di là e tira su il mondo.

Gabriele Romagnoli

Gabriele Romagnoli (Bologna, 1960) Giornalista professionista, a lungo inviato per “La Stampa”, direttore di “GQ” e Raisport è ora editorialista a “la Repubblica”. Narratore e saggista, il suo ultimo libro è …