Michele Serra: Cento metri di cocaina

01 Settembre 2004
Da quando, durante la cerimonia inaugurale, il pesista greco Iannis Papaiannis ha acceso la fiaccola olimpica alitandoci sopra, è nato il dubbio che il problema fondamentale di questa Olimpiade non sia il terrorismo, ma il doping. Dubbio confermato dall'inquietante episodio del giorno dopo, quando il centometrista greco Kanteris si è sottratto a un controllo antidoping correndo molto più veloce delle auto della polizia che lo inseguivano lungo l'autostrada Atene-Salonicco. La verità è che mentre il terrorismo è tecnologicamente fermo, il doping avanza a passi da gigante. È stato calcolato che gli investimenti dell'intero mondo arabo su antrace e gas chimici non raggiungono neanche la metà del budget stanziato per impasticcarsi dalle associazioni cicloturistiche della sola provincia di Ravenna. E secondo uno studio dell'autorevole ‟Science”, il 70 per cento degli atleti presenti ad Atene, in caso di attacco chimico, sarebbe in grado di migliorare notevolmente le prestazioni inalando le sostanze sprigionate dai terroristi. Le frontiere del doping si espandono continuamente. Vediamo.

Anabolizzanti.
Per sfuggire alle analisi, si stanno studiando anabolizzanti di nuovo tipo, che invece di finire nelle urine vengono eliminati attraverso il sudore, depositandosi nei vestiti dell'atleta. La pratica è venuta alla luce quando il marciatore greco Papaiannis, partito con regolari braghette e maglietta, si è presentato all'arrivo con un completo principe di Galles. Seguendo la strada opposta, si sta lavorando anche a una nuova generazione di anabolizzanti così potenti e così aggressivi che, durante gli esami antidoping, sono in grado di minacciare i giudici uscendo dalla provetta e afferrandoli per il bavero.

Morfodoping.
Agisce sulla morfologia dell'atleta, ma non chimicamente, in modo da non lasciare tracce nelle analisi. La nuotatrice greca Iannis Papaiannis, ad esempio, si è fatta trapiantare i seni sulla schiena per diminuire gli attriti quando nuota a stile libero. Il cestista cinese Yao Ming, stella della Nba alto 2 metri e 30, è in realtà due gemelli acrobati che gareggiano uno sull'altro. Noto anche il caso del tiratore iraniano che ha raddoppiato il volume dei bulbi oculari leggendo per dieci ore al giorno il Corano. Penoso il caso del judoka belga che si è fatto amputare la gamba sinistra per non subire sgambetti in gara.

SCP.
Acrostico di ‟senti chi parla”, è un nuovo, raffinatissimo sistema di dopaggio escogitato dal Comitato olimpico colombiano. Consiste nello spedire a giudici di gara e medici sportivi, in omaggio, sacchetti di cocaina da un chilo cadauno. Quando, all'antidoping, costoro comunicano all'atleta di essere dopato, l'atleta risponde: "Senti chi parla".

Doping genetico.
È il più difficilmente controllabile. Gli atleti vengono manipolati geneticamente già allo stato embrionale. Il greco Iannis Papaiannis, cavia della Federazione canoa, è venuto alla luce con le braccia già trasformate in enormi pagaie. Deludendo i suoi creatori, ha però voluto fare il ciclista su pista, mandando in fumo anni di costosissimi esperimenti. Molto controversa la scelta del comitato olimpico belga, che ha speso milioni di euro, e 15 anni di ricerca, per progettare un pugile con il paradenti di gomma già incorporato. Geniale, nel canottaggio, il caso dell'otto americano, ottenuto dai ricercatori di Yale applicando le teorie economiche neoliberiste: si clona per sette volte un solo atleta risparmiando moltissimo sui costi della preparazione.

Eterodoping.
Anziché dopare l'atleta, esponendosi al rischio di essere scoperti, si manipola l'attrezzo di gara. Famose le canoe col motore entrobordo del canoista greco Papaiannis e il bersaglio dell'arciere greco Papaiannis, con dieci frecce conficcate esattamente nel centro già prima dell'inizio della gara. Molto spettacolare la prestazione del cavaliere greco Papaiannis, che ha completato in metà tempo il percorso, e senza penalità, facendo togliere gli ostacoli e in sella a una Guzzi.

Michele Serra

Michele Serra Errante è nato a Roma nel 1954 ed è cresciuto a Milano. Ha cominciato a scrivere a vent’anni e non ha mai fatto altro per guadagnarsi da vivere. …

La cattura

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di Salvo Palazzolo, Maurizio de Lucia