Michele Serra: Dal trekking allo sleeping

01 Settembre 2004
In un negozio di articoli sportivi ho chiesto, ingenuamente, un paio di pedule da montagna. Sono stato deriso dal commesso, che mi ha chiesto da quale secolo provenissi e mi ha spiegato che dovevo scegliere tra scarpe adatte al ‟walking” oppure al ‟running”, al ‟trekking”, al ‟climbing”, allo ‟sky running”, all'”orienteering”, alla ‟course in nature”, per attenersi solo alle principali specializzazioni del passeggiare. Avevo due scelte: chiedere al commesso come si dice in inglese "mandare a cagare il commesso", oppure umiliarlo con un metodo più subdolo. Ho scelto questa seconda via, spiegando al commesso che non era sufficientemente aggiornato sulle nuove discipline. Gliele ho illustrate io.

Back walking.
Consiste nel percorrere i sentieri di montagna camminando all'indietro. Le scarpe da ‟back walking” hanno i lacci sul calcagno e uno specchietto retrovisore montato su entrambe le punte. Gli appassionati, entusiasti, sostengono che in salita si ha l'impressione di scendere, e in discesa di cadere nel vano dell'ascensore. Il ‟back running” è una variante più veloce del ‟back walking”, consigliata a chi soffre di calcoli renali: i dolori muscolari, dopo poche centinaia di metri, sono infatti talmente atroci da far passare in secondo piano anche una colica renale.

Snaking.
Si percorrono tratti di almeno venti chilometri strisciando carponi. Le scarpe da snaking sono molto particolari, e costosissime: prive di tomaia, consistono in due enormi suole saponate lunghe un metro e 50 che si fissano al petto e alle ginocchia. Consigliata anche la tutina in pelle di pitone, che viene fornita insieme a un topo vivo per l'alimentazione in quota.

Stopping.
Le calzature da stopping sono indispensabili per chi decide di fare una sosta durante un'escursione, o di non partire affatto e rimanere nella hall dell'albergo a guardare la Formula Uno in tivù. Somigliano a un normale paio di pantofole, ma è il design, di altissima tecnologia, che fa la differenza: quelle Adidas sono a forma di faccia di mucca, quelle Puma a piede di papero.

Standing.
Come lo stopping, ma rimanendo in piedi.

Helicoptering.
Ci si fa issare da un elicottero su una cima alpina. Dopo un'oretta ci si fa venire a riprendere. Le scarpe più adatte sono normali mocassini.

One shoe trekking.
Nato per contenere le spese, è diventato in breve la specialità prediletta da chi ama coordinare armoniosamente i movimenti. Si usa una sola scarpa da trekking, sfilandola da un piede e indossandola sull'altro a ogni passo successivo, ma senza mai fermarsi. È vietato appoggiare il piede nudo a terra. La filosofia dello one shoe trekker è in totale opposizione a quella performante e agonistica: si percorrono al massimo 50 metri al giorno.

Sleeping.
La calzatura da sleeping è la più costosa di tutte. Costruita in materiale molto elastico, quando è il momento di pernottare può essere gonfiata fino alle dimensioni di un gommone e ospitare comodamente due persone per il bivacco. Viene fornita con una bombola deodorante.

Sex walking.
Consiste nel camminare fermandosi a trombare ogni 500 metri. Esiste una versione estrema: si tromba senza smettere di camminare. Le coppie omosessuali sono facilitate, anche se devono coordinare molto bene il movimento delle gambe. Le coppie etero di solito prediligono la posizione della carriola. Le scarpe più adatte: per lui scarponi chiodati, per lei bastano un paio di ballerine.

Avalanching.
Disciplina molto spettacolare, derivata dal surfing, consiste nella discesa a valle mantenendosi in equilibrio sopra valanghe e slavine, bilanciandosi con le braccia e ascoltando in cuffia musica house. Le scarpe sono simili alle pinne da mare, ma di colore molto vivace per facilitare il recupero della salma.

Right leg forward and then left leg forwarding.
Equivale al nostro: camminare.

Michele Serra

Michele Serra Errante è nato a Roma nel 1954 ed è cresciuto a Milano. Ha cominciato a scrivere a vent’anni e non ha mai fatto altro per guadagnarsi da vivere. …