Vittorio Zucconi: La superbiblioteca di Google "In rete il mito di Alessandria"

15 Dicembre 2004
Sono stati necessari duemila anni, perchè questa fenice di carta risorgesse dall´incendio che consumò in essa le conoscenze del mondo, ed è rinata grazie a un topo di plastica. Il mito della biblioteca di Alessandria, voluta in Egitto dal conquistatore Macedone e forse distrutta da Giulio Cesare per soggiogare il regno sul Nilo, rinasce con "Google" attraverso quella Internet che mantiene finalmente la promessa di essere la memoria dell´umanità e non soltanto il grande suk di pornovideo, musica rubata, shopping di carabattole e diari della frustrazione privata.
La Google, turgida di miliardi dopo il colpo del suo ingresso trionfale in Borsa, investirà la propria tecnologia di ricerca on line e soprattutto centinaia di milioni propri per mettere a disposizione degli utenti le biblioteche delle massime università del mondo e sempre gratis. Il sogno di poter sfogliare da casa o dal luogo di lavoro i tesori contenuti a Harvard, a Oxford o alla New York Public Library si avvera e diviene praticabile, grazie al motore di ricerca creato dai due fondatori di Google e alle sempre più forti velocità dei collegamenti.
Calcolano gli archeologi polacchi ed egiziani che sostengono di avere finalmente trovato nel maggio di quest´anno le rovine della biblioteca di Alessandria, che nelle sue grandi e allora ineguagliate sale di lettura, cinquemila persone potessero consultare contemporaneamente le opere di Euclide sulla geometria e gli studi di Tolomeo sull´universo, magari sfiorando un Archimede intento a inventare la prima pompa moderna per acqua all´ombra del Pharos, il faro marittimo, una delle sette meraviglie del mondo. Cinquemila utenti erano molti, per quella prima "rete" di pietra e di papiro, e sono nulla di fronte agli 850 milioni di esseri umani che oggi, secondo le statistiche più aggiornate, hanno accesso a Internet nel mondo, dall´Europa (231 milioni) al Nord America (222 milioni), dall´Asia, con i suoi 257 milioni al Medio Oriente, dove soltanto 17 milioni di persone la possono usare, in una delle statistiche più deprimenti sull´arretratezza di quella regione.
A questo miliardo di persone, quante diventeranno nei prossimi due anni necessari per digitalizzare i primi scaffali, ora si apriranno le porte di Harvard, di Stanford, della Michigan University con la sua eccellente facoltà di giurisprudenza, di Oxford, della Biblioteca municipale di Manhattan e progressivamente di tutte le biblioteche e università del mondo che vorrano aggiungersi a queste che hanno firmato per prime l´accordo con il russo Sergej Brin e con l´americano Larry Page, i due co-fondatori di Google.
Già oggi, attraverso la banca dati pubblica della Libreria del Congresso di Washington, la più completa al mondo, o utilizzando l´eccellente sito commerciale di amazon. com, che fornisce estratti e recensioni di quasi tutti i volumi in vendita, chi vuole può annusare e assaggiare la produzione libraria nel mondo. Ma la promessa di Brin e Page, che si sono trovati circa un miliardo di dollari in tasca ciascuno quando il titolo della Google, offerto inizialmente a 85 dollari, ha superato i 200 prima di riassestarsi attorno ai 175, è di mettere a disposizione i testi completi di ogni libro pubblicato e conservato. Gratis.
E´ un´impresa colossale, degna dei miti e delle meraviglie millenarie ai quali i due si sono ispirati e che altri motori di ricerca inevitabilmente seguiranno, a cominciare da quella Microsoft che, forte del proprio quasi monopolio nei sistemi operativi Windows, fu già sopresa a dormire di fronte all´esplosione del fenomeno Internet e poi si è fatta distanziare da Yahoo e poi da Google negli indispensabili "motori di ricerca", senza i quali navigare nel "World Wide Web", nella rete mondiale, è come attraversare oceani senza carte e senza timone. Molte volte era stato promesso di spalancare gli scaffali delle biblioteche a tutti, ma la difficoltà di "digitalizzare", cioè di copiare in un formato utilizzabile via computer, miliardi di pagine stampate, e poi di sfogliarle con i limiti della tecnologia lenta di ieri, avevano riservato gli accessi a specialisti e ricercatori pazienti e decisi.
"Questo era uno dei nostri sogni fin da quando creammo l´algoritmo (la formula algebrica) che sta alla base di Google" spiegava ieri Page, l´americano fuoricorso all´Università di Stanford, vicina di casa della loro sede a Silicon Valley "e quando la gente ci rideva dietro, noi ci restavamo male". "La nostra missione - gli fa eco Brin, lo studente russo immigrato da Mosca - è sempre stata quella di offrire un accesso universale alla conoscenza accumulata dall´umanità e organizzare in maniera semplice, accessibile e intuitiva l´informazione globale". "Globale" è naturalmente una parola che non può mancare nella semantica del nostro tempo e se la missione di Brin e Page è sicuramente nobile e ambiziosa, quasi rinascimentale nel mecenatismo da nuovi ricchi che vogliono fare qualcosa di importante per l´umanità dopo avere accumulato fortune, i due non sono suore missionarie. Se davvero Google diverrà la nuova Biblioteca di Alessandria elettronica per il mondo, gli accessi al loro sito già oggi dominante si moltiplicheranno, rendendolo ancora più appetibile per chi già deve pagare per essere elencato e menzionato tra i risultati delle loro ricerche, perchè questo è il "business model", il meccanismo dei profitti della società.
Se a qualcuno riuscirà dunque l´impresa di catalogare e rendere accessibile a chiunque tutto ciò che è stato scritto e pubblicato nella storia umana, questo qualcuno è la Google, che promette di avere già 70 mila libri "on line" per la fine del prossimo aprile. Dovranno assumere migliaia di collaboratori, perchè buona parte del processo di "digitalizzazione" dei testi è fatto a mano e nella loro fatica, con gli almeno 270 milioni di dollari stanziati inizialmente da "Google" nascerà una nuova figura di "topo di biblioteca". Non più lo studioso occhialuto o il libraio diligente, ma il magico "mouse", il topolino di plastica che potrà fare di ogni cittadino del mondo uno studente di Oxford o di Harvard, nella nuova democrazia della conoscenza strappata ai templi esclusivi e inaccessibili del sapere.

Vittorio Zucconi

Vittorio Zucconi (1944-2019), giornalista e scrittore, è stato condirettore di repubblica.it e direttore di Radio Capital, dove ha condotto TG Zero. Dopo aver cominciato nel 1963 come cronista precario a …

La cattura

La cattura

di Salvo Palazzolo, Maurizio de Lucia