Michele Serra: Sulle orme dell'Anticristo

25 Febbraio 2005
Chi è dunque l'Anticristo? La questione è stata autorevolmente riaperta da Ali Agca che ha chiesto al Vaticano di rivelarne il nome. Alcuni eminenti demonologhi hanno subito sostenuto che l'Anticristo non può che essere lo stesso Alì Agca, secondo il principio teologico "gallina che canta ha fatto l'uovo". Per sopire sul nascere inutili polemiche, il Vaticano ha rivelato che l'Anticristo è invece Pino Sciumé, un rivenditore di autoricambi di Trani che però sarebbe molto dispiaciuto del suo passato e intenderebbe chiedere perdono a ‟Domenica in”. La moglie, invece, nega recisamente e ha presentato ricorso al garante della privacy. Il problema è che Sciumé, come Anticristo, può reggere a malapena la seconda serata, e gli inserzionisti pubblicitari hanno già fatto sapere di non essere disposti a investire un solo euro su una soluzione così mediocre. Perché, piuttosto, non scegliere l'Anticristo attraverso un reality-show da realizzare a Fatima, o a Lourdes, o a Rapallo (tanto chi se ne frega), incoronando il Principe del Male con il televoto? La figura delle pastorelle, tra l'altro, potrebbe finalmente rimpiazzare quella ormai logora delle veline: si segnalano già i primi casi di calciatori che trombano con pastorelle, ulteriore segno del ritorno generalizzato alla spiritualità.
Nel frattempo l'identità dell'Anticristo scuote le coscienze e infiamma le polemiche. Secondo il quotidiano ‟Libero” la descrizione tradizionale dell'Anticristo (‟Bestia innominabile, infezione della Terra, nato da porco”) indicherebbe con precisione assoluta un sindacalista dell'Usigrai. Il quotidiano ‟La Padania”, escludendo che l'Anticristo possa essere un padano, ritiene di avere identificato l'Anticristo nel cantante napoletano Nino D'Angelo, assicurando di averlo individuato dopo lunghe e inconfutabili ricerche: un sondaggio tra i suoi redattori durante la pausa mensa. Oriana Fallaci propende invece per una figura simbolica, non immediatamente collegabile a una singola persona, della quale si sa solo che "indossa il turbante, va sul cammello e parla in arabo". I no-global vedono la più convincente incarnazione dell'Anticristo nelle multinazionali, e propongono di abolirle tutte entro mercoledì prossimo, trasformando l'economia mondiale in una cooperativa non profit con sede a Salerno.
Don Gianni Baget Bozzo, confermando un generalizzato ritorno alla spiritualità, ha accusato l'opposizione di avere candidato alle elezioni regionali numerosi adepti dell'Anticristo, e ha proposto di abolire il suffragio universale o, in alternativa, di sottoporre gli elettori di sinistra alla prova del fuoco: se a contatto con le fiamme urlano, il loro voto è nullo. Più pacata la posizione di Roberto Formigoni, che invita a ragionare: tra i contratti della Compagnia delle Opere c'è anche l'appalto per la nuova autostrada Lione-Torino-Praga, che collega il triangolo della magia nera ed è stata costruita in un solo mese, asfaltandosi da sola durante la notte. Non si può mandare tutto all'aria per un banale sospetto. Molta impressione ha destato un'infiammata omelia del pope ortodosso Fatùk, che ha descritto l'Anticristo come un fanatico pazzo dalle lunghe vesti maleodoranti, dallo sguardo di brace e con la barba da caprone, finché il suo segretario personale non lo ha interrotto facendogli notare che sembrava un autoritratto.
Sostanziale indifferenza in Cina e in India e in quasi tutta l'Asia, dove la questione dell'Anticristo non è molto sentita anche perché pochissimi conoscono Cristo, e la principale curiosità religiosa sull'Occidente è se Elvis Presley sia o non sia ancora vivo. L'opinione pubblica, qui da noi, è disorientata: secondo i sondaggi solo il 2 per cento credeva nell'esistenza dell'Anticristo fino a un secondo prima che gli venisse posta la domanda ‟esiste l'Anticristo?” Dopo la domanda, la percentuale è salita al 76 per cento, con attacchi di panico e immediata stipula di assicurazioni sulla vita e contro gli incidenti domestici, a conferma di un generalizzato ritorno alla spiritualità.

Michele Serra

Michele Serra Errante è nato a Roma nel 1954 ed è cresciuto a Milano. Ha cominciato a scrivere a vent’anni e non ha mai fatto altro per guadagnarsi da vivere. …