Vittorio Zucconi: I buoni samaritani del congresso Usa

23 Marzo 2005
Terri Schiavo deve continuare a morire, il "settimo cavalleggeri" della politica invocato dalla madre e dai sondaggi non si è mosso da Washington per raggiungere la sua stanza in Florida. Il colpo di teatro politico che la maggioranza repubblicana, e Bush, avevano enfaticamente organizzato per ieri sera con una leggina "ad personam" per reinserire temporaneamente la sonda che la nutre si è bloccato. S’è Fermato davanti alle obiezioni costituzionali di un solo oppositore democratico, che ha chiesto di contare i voti e di stabilire un quorum, nell’aula del Senato svuotata dalle vacanze di Pasqua e ha paralizzato il rito spiccio della "tacita unanimità". La brutale politicizzazione di un caso umano straziante non ha fermato la sabbia nella clessidra della fine. Per ora. Si ricomincerà a discuterne alla mezzanotte e un minuto di oggi, alle sei del mattino italiane. Non è finita, perché il presidente Bush, la maggioranza repubblicana, una parte dei democratici, la destra militante del "diritto alla vita", sono sorretti dalla certezza di non avere nulla da perdere e tutto da guadagnare in questa mobilitazione. Se ritarderanno l’esecuzione di Terri, passeranno per salvatori della sua vita. Se falliranno, potranno accusare i democratici di crudeltà. Nelle emozioni che alimentano la politica e ne vengono a loro volta attizzate, pochi ricordano che questi samaritani politici avrebbero potuto tranquillamente "salvare" molte volte questa poveretta, se lo avesse voluto nei quindici anni trascorsi da quando Terri Schindler Schiavo sprofondò nello "stato vegetativo permanente" che le perizie mediche e dodici sentenze di dodici tribunali, hanno riconosciuto. Se la dirigenza repubblicana, e George Bush, ora si agitano per l’agonia di una creatura alla quale già due volte fu tolta la sonda di alimentazione senza che la carovana del potere politico nazionale si mettesse in marcia, è perché hanno avuto pietà, ma pietà di se stessi, e del castigo elettorale che la loro base cristiana e "pro life" avrebbe riservato. Hanno ascoltato la massima voce della retorica reaganiana, Peggy Noonan, quando ha avvertito che "la collera dei cittadini contro di loro sarebbe devastante". Ma il miracolo dell’opportunismo politico non c’è stato, nonostante i sondaggi che invocano compassione per colei che sembra sorridere nei videotapes con il vago e struggente abbandono di un neonato davanti al viso della madre. Neppure due anni or sono, mentre gli Stati Uniti stavano imbarcandosi nella sanguinosa avventura irachena, Washington si era tanto agitata, e tanto freneticamente mobilitata. I cento senatori e i 435 deputati del Congresso, che avevano già lasciato la capitale per le vacanze di Pasqua nei loro collegi, sono stati arpionati telefonicamente dai leader per varare in 24 ore una inedita leggina "ad personam", un provvedimento legislativo senza voto, per "tacito consenso unanime" che vale e varrà soltanto per questa donna e sulla cui incostituzionalità i giuristi non hanno dubbi. La Costituzione vieta al Congresso di promulgare leggi che riguardino i diritti di un solo cittadino, privilegio riservato ai giudici ordinari. Il presidente Bush, che già era nel ranch texano di Crawford, si era fatto inviare il testo con un aereo militare, ed è rientrato ieri sera con l’Air Force One per essere pronto a firmare la legge e difendere, "la presunzione di vita" che ancora esiste in lei. Un gesto di enfasi melodrammatica, perché la presenza fisica di Bush non era necessaria per firmare. Molti provvedimenti urgenti sono recapitati con jet militari dalla capitale al ranch del Presidente, un volo di neppure due ore. Ma il Congresso americano ha atteso le 13 e 45 di venerdì scorso, per leggere i sondaggi, per misurare l’enormità della reazione popolare di fronte al continuo replay di quel video straziante e avvertire l’esigenza di prolungarne la vita, o l’agonia. La loro "legge ad personam" infatti non stabilirebbe che la signora Schindler-Schiavo debba essere nutrita e dissetata fino al cedimento di altre funzioni vitali. Semplicemente affiderebbe il caso a un giudice federale perché avochi a sé il caso dal magistrato locale, riapra le udienze e dunque la donna sia, nel frattempo, riagganciata ai tubi e tenuta in vita. è il solo modo con il quale il Parlamento potrebbe aggirare la sentenza del giudice Geer nella contea di Pinellas, in Florida, dove Terri si trova, con un "inghippo" dilatorio. Non ha nuociuto alla causa dei possibili salvatori di Terri il fatto che il promotore dell’iniziativa, lo zar repubblicano della Camera Tom DeLay sia coinvolto in una sordida storia di bustarelle pagate dai casinò e sia ansioso di trovare distrazioni. Sarebbe dunque un paradigma classico di cattive intenzioni che producono buoni effetti, se la cronaca non ci proponesse ogni giorno altre Terri Schiavo senza video e senza che l’alveare politico si agiti. In Texas, un uomo di 68 anni, Spiro Nikoluzos, sopravvive agganciato a macchine, come Terri. Il St. Luke Episcopal Hospital, ha informato la famiglia che le macchine saranno staccate e Spiro messo a dormire per sempre, perché lo stato del Texas non pagherà più, avendo le perizie stabilito che non potrà riaversi e la famiglia non ha i soldi per la costosissima degenza. Dal 1999, la legge texana impone l’interruzione del trattamento e quindi del rimborso pubblico per "casi di pazienti irreversibili". Fu una delle ultime leggi firmate da un governatore chiamato George W Bush. Il sacro diritto alla vita si ferma se il conto per le casse dello stato si fa troppo salato.

Vittorio Zucconi

Vittorio Zucconi (1944-2019), giornalista e scrittore, è stato condirettore di repubblica.it e direttore di Radio Capital, dove ha condotto TG Zero. Dopo aver cominciato nel 1963 come cronista precario a …