Vittorio Zucconi: Terri Schiavo condannata nel nome della legge

23 Marzo 2005
Terri Schiavo continua a morire affinché la Costituzione continui a vivere. Mai dura come appare oggi, la lex sta inesorabilmente spegnendo, e forse è ormai troppo tardi anche per riprendere l´alimentazione artificiale, quel che rimane d´una donna travolta senza saperlo nel duello fra due opposte sacralità, la santità della vita e la sacralità della legge. Apparentemente crudele, e incomprensibile per noi che assistiamo ogni giorni allo spettacolo grottesco di leggi dello stato e addirittura Costituzioni stravolte per interessi privati e per calcoli elettorali, il principio costituivo della democrazia americana, la pietra d´angolo sul quale questa "nazione di nazioni" si regge da 230 anni, è stato riaffermato dal giudice federale che doveva essere l´ultima dea: nessun cittadino, neppure questa signora che ci sta strappando il cuore con la propria morte a rate, è più importante del rispetto della legge, delle procedure, dei principi federali, dell´autonomia della magistratura dalle invasioni di campo della politica. In chiave umana infinitamente più toccante, è la riaffermazione di quella superiorità delle legge sugli uomini, che portò un presidente alla morte civile (Nixon) e un altro alla vergogna e alla incriminazione (Clinton).
Neppure la grande e cinica sceneggiata della legge salva-Terri, scritta, approvata e firmata da Bush con teatralità mediatica e politica alla mezzanotte e un minuto di lunedì scorso, ha convinto il giudice federale, colui che ha giurisdizione costituzionale sopra le autonome magistrature dei singoli stati, a cassare le decisioni prese dai tribunali della Florida, che avevano ordinato la sospensione dell´alimentazione. E se i genitori di Terri Schindler Schiavo, sospinti dalle preghiere e dagli auspici di quella comunità cattolica americana della quale loro – come il marito Michael – fanno parte, hanno già fatto ricorso alla corte d´appello federale di Atlanta (la stessa, per coincidenza, che cinque anni or sono dovette rivedere il caso della elezione di George Bush in Florida) le parole del giudice James Whittemore non lasciano molte speranze di un intervento miracoloso all´undicesima ora, o meglio alla centesima delle duecento ore massime che Terri aveva ancora da vivere, quando le furono tolte le sonde, venerdì alle 13.
"Questo tribunale – ha scritto James Whittemore che fu nominato giudice da Clinton e, come tutti i giudici federali, ha l´incarico a vita quindi non dipende più dai favori della politica o dal voto del pubblico – è conscio della gravità delle conseguenze di questa decisione (...) ma ha giudicato che la vita, i diritti e gli interessi di Teresa Schindler Schiavo siano stati adeguatamente e pienamente rappresentati e difesi dall´approfondito processo di giudizio nei tribunali locali". E dunque "non esistano ipotesi ragionevoli che possano far pensare a un rovesciamento dell´esito processuale in caso di riapertura del caso".
Come tutti i giuristi e i costituzionalisti non di parte avevano osservato immediatamente, quando la legge "ad personam" fu votata nella notte dalla maggioranza repubblicana e da una parte dell´opposizione democratica, intervenire sulla giurisdizione di uno Stato per salvare la vita di una sola persona, avrebbe creato questioni gravissime di incostituzionalità, avrebbe scosso le fondamenta del federalismo e avrebbe creato precedenti squassanti per il principio del "governo di leggi" e "non di uomini". Soltanto nel caso il magistrato federale avesse notato una violazione dei diritti legali e civili di Terri allora egli sarebbe potuto intervenire, perché quei diritti sono appunto garantiti, con forza superiore, dalla carta costituzionale.
È l´osservazione sulla quale i commenti dei grandi organi di stampa convengono, accettando l´inevitabile accusa di insensibilità e di crudeltà, in mezzo al pietismo buonista delle gerarchie e delle lobby religiose che difendono con intransigenza assoluta il "diritto alla vita" di Terri e la usano per rilanciare la doppia battaglia politica contro l´eutanasia e contro la sperimentazione sugli embrioni. "Si può provare soltanto simpatia per la disperata battaglia dei genitori – ha scritto il Washington Post – ma il Parlamento ha il dovere istituzionale di alzarsi sopra il livello delle emozioni e la decisione precipitosa di varare una legge speciale per una sola persona, danneggia la nazione e rivela cinismo". "Questa leggina calpesta il principio della unità nazionale sotto il governo delle leggi e sventra le prerogative degli stati sui quali questa unità si regge", fa eco il New York Times e persino i commentatori più conservatori, come Fred Barnes sul Weekly Standard devono invitare i lettori "a non preoccuparsi dei motivi o delle conseguenze" di questa legge, che evidentemente temono, ma a concentrarsi "sul fatto che c´è una vita da salvare".
Ma mentre giuristi e commentatori possono compiacersi delle proprie opinioni, le lancette dell´orologio continuano a muovere verso una morte che le conseguenze della disidratazione, l´aumento di elettroliti nel sangue non più eliminati dalla funzione renale, i danni irreversibili al cuore, rendono, ogni ora, più inevitabile. In una nazione di trecento milioni di abitanti, nella quale la tecnologia medica mantiene in vita migliaia di pazienti senza speranze di riabilitazione e il "diritto alla vita" si incrocia con lo spaventoso problema umano e finanziario di costi che la mano pubblica rifiuta di pagare (come nel Texas secondo la legge del ´99 firmata da Bush), la difesa della Costituzione e della legalità appaiono a molti come esercitazioni astratte davanti a un´agonia concreta e insopportabile perché trascinata in tempi tormentosi.
La lunghezza atroce della fine evoca sincere pietà come pelosi attivismi politici, promette voti o minaccia diserzioni di elettori sconvolti, graffia i cuori toccati da quel video di lei ripetuto all´infinito. Apre tempi e spazi a rivelazioni e colpi di scena sensazionali, come le dichiarazioni shock di un´infermiera che ebbe in cura Terri tra il ´95 e ´96 e ora fa il giro degli studi televisivi per raccontare di avere "dialogato" con lei, di averla sentita invocare naturalmente "la mamma" e di avere espresso "dolore fisico", fino a dire di avere visto il marito Michael, ormai divenuto il "boia" nell´horror film della sventurata signora, iniettarle di nascosto insulina per provocare lo stato vegetativo persistente nel quale lei ora versa.
Si intravedono ripugnanti serial televisivi, filmetti, best sellers, squallori da "talk show", diritti d´autore e percentuali di agenti, secondo la legge non scritta che vuole spremere un dollaro da qualunque situazione e attira stormi di avvoltoi ingordi attorno a casi celebri. Si assiste soprattutto allo spettacolo desolante della politica che corre a cercare rifugio dall´onda di indignazione che si alzerà quando – se anche la Corte d´appello respingerà il ricorso degli Schindler – Terri Schiavo sarà dichiarata morta. "Non é la sentenza che avremmo voluto", ha detto apertamente ieri la Casa Bianca che sta cavalcando il calvario di Teresa, dopo il "no" del giudice federale. E se tutti, anche coloro che nei sondaggi sono sorprendentemente in maggioranza contro il pietismo elettorale del Congresso, vorrebbero assistere al miracolo di una vita strappata allo stato vegetativo nella quale è prigioniera, salvare l´America dai venti della demagogia è la rotta che la magistratura di ogni ordine, statale e federale, sembra decisa a imboccare, smentendo, ironicamente, proprio una delle accuse più banali e ripetute dalla destra, l´accusa di "attivismo legislativo" da parte dei giudici. La povera Terri è dunque l´ignaro agnello sacrificale sull´altare di una realtà più grande di lei, il conflitto storico tra gli uomini e le loro leggi e la sopravvivenza di un esperimento politico che prospera nella dura certezza che il sacrificio di uno possa proteggere i molti.

Vittorio Zucconi

Vittorio Zucconi (1944-2019), giornalista e scrittore, è stato condirettore di repubblica.it e direttore di Radio Capital, dove ha condotto TG Zero. Dopo aver cominciato nel 1963 come cronista precario a …