Vittorio Zucconi: Con Noè nel Grand Canyon scontro sull'origine del mondo

11 Ottobre 2005
In barca con Noè, ma senza ingombranti coppiette di ippopotami, di tigri o di elefanti, i crociati del Creazionismo, i lettori Neo-Creo della Bibbia come un testo scientifico, guardano a bocca aperta le pareti mostruose del Grand Canyon e mormorano attoniti la preghiera del peccatore: ‟Se Dio ha potuto sterminare l’umanità peccatrice con il Diluvio Universale che ha creato il Grand Canyon, non possiamo che affidarci alla Sua Misericordia” avvisa il loro Noè, il pastore della nuova arca dei penitenti che guida la mistica crociera nella fossa più profonda della Terra. Ma qualche miglio più avanti, il gommone degli infedeli li precede, traboccante di infedeli e apostati intestarditi nel credere che anche questa meraviglia geologica sia il prodotto di millenni e milioni di anni di erosione ed evoluzione. Il Colorado River, le sue acque dense e scure, le anse e le pareti del Grand Canyon sono diventati l’ultimo campo di battaglia tra i neo-creazionisti, versione mistica dei più maneschi neo-con, e i neo-pos, i neo positivisti che restano aggrappati alla loro fede nella scienza. Se Darwin e Noè, le scimmie e il Diluvio Universale, ora si affrontano anche tra le rapide del Colorado, come racconta il ‟New York Times”, è il segno che la battaglia per riportare trionfalmente il Creatore dell’Universo nelle aule scolastiche e ridimensionare il darwinismo infuria ormai oltre i confini di quegli stati particolarmente pii, come il Kansas, dove la fede nel "Disegnatore Intelligente" (l’eufemismo utilizzato per non spaventare i non credenti) è tornata nei curriculum. O come la Pennsylvania, dove la querela di un genitore laico contro l’insegnamento scientifico della Bibbia è davanti a un tribunale. La possibilità che le due tesi non siano necessariamente contraddittorie, che anche l’evoluzione geologica e biologica possa essere stata disegnata e avviata da un Creatore, come Einstein sospettava nella sua celebre frase, "Dio non gioca a dadi con l’Universo", non tocca gli opposti fondamentalismi. E la maestà stordente del Gran Canyon, la sua incomprensibile enormità, è il genere di apparizione capace di scaldare le anime più infiammabili. Il Noè di queste arche è Tom Vail, auto ordinato "Pastore del Grand Canyon", un ex banchiere che 23 anni or sono, dopo una gita qui in Arizona, gettò i mocassini alle ortiche per infilarsi i sandali del predicatore e "tour animator" mistico. ‟Chiaramente, guardando queste formazioni geologiche, si arriva alla conclusione che non possono essere più vecchie di 4.500 anni” che è, non per caso, l’età nella quale, secondo le interpretazioni della Bibbia, il Signore perse la pazienza e ordinò il repulisti noto come il Diluvio Universale. Questa dei 4.500 anni, o l’insistenza sulla "Giovane Terra", misurata dai neo-creo in non più di sei mila anni (la Bibbia non specifica, ma abbondano indizi cronologici che portano a questo calendario) è tra le credenze che più offendono la scialuppa della scimmie evolute, la barca dei Darwinisti.
L’età della Terra, per tutta la comunità scientifica accreditata, si misura non in migliaia, ma in miliardi di anni, 4,5 miliardi, un tempo che ridicolizza la brevità dell’anagrafe biblica e, offre agli evoluzionisti un margine di tempo abbastanza lungo per rendere accettabile il progresso dalle amebe monocellulari a organismi complessi come George Bush. E che può difficilmente essere smentito misurando nei pochi decenni della esistenza umana abissi di tempo calcolati in miliardi di anni. Ma se sei mila anni sembrano davvero pochini anche ai più agnostici (le sole piramidi egiziane risalgono a tre millenni or sono) il National Center for Science Education ha dovuto muoversi per rintuzzare la marcia dei neo creazionisti e ‟affiancare” nell’insegnamento scientifico, secondo il Presidente Bush, la Bibbia ai testi classici. Sulla barca sponsorizzata dal Centro, i neo positivisti naturalmente digrignano i denti al pensiero che l’arca di Noè possa confondere la mente di buoni cristiani e di ingenui turisti con spiegazioni mitiche spacciate per verità sperimentali. Il fatto che soltanto l’1 per cento dei geologi e biologi prenda sul serio la ‟scientificità” della Bibbia, secono la Gallup, non rassicura il dottor Eugene Scott, la "tour guide" degli infedeli, perché altri sondaggi della stessa Gallup dicono che un terzo degli americani sono persuasi della verità letterale della Bibbia, quindi convinti che realmente sull’Arca si imbarcarono coppie, ovviamente eterosessuali, di ogni specie animale, che Giona fu inghiottito da una balena, che Eva abbia commesso l’imprudenza di mangiare la mela. ‟Basta un esame di campioni di roccia in questo Canyon, basta lo studio di un fossile di dinosauro - predica ai suoi turisti - per vedere che la teoria della Giovane Terra, fondamento dei neo-creo, crolla. Se la Bibbia dice che la terra non ha più di sei mila anni, dove abitavano i primi popoli indigeni d’America, che arrivarono qui dall’Asia 10 mila anni or sono, come sappiamo per certo?”. I Darwninisti del pianeta delle scimmie annuiscono e scuotono la testa. Sono insegnanti, medici e ricercatori, gente che ha votato, dice l’inchiesta, quasi unanimemente per Kerry. Come i profughi dell’Arca del Noè che scivola sulle stesse acque hanno votato, in grande maggioranza, per Bush. La saldatura tra fede e politica, rende insanabile come un Canyon il rancore reciproco. La moderazione e la ragionevolezza non sono tratti che oggi caratterizzino questo, come ogni altro dibattito nelle società occidentali incarognite dalle inquietudini del cambiamento ed eccitate dagli sfruttatori di ansie. ‟Tutti sappiamo che l’arcobaleno è fatto semplicemente da goccioline d’acqua che rifrangono la luce bianca” tenta di dire il dottor Charlie Webb, uno specialista in medicina d’emergenza che naviga coi neo positivisti ‟ma questo non nega né afferma l’esistenza di Dio, è un fatto, come l’età di questo Canyon scavato dal fiume”. ‟No”, gli risponde dall’Arca Kathryn Crotts, moglie di un pastore battista del North Carolina saldamente seduto sull’Arca dei fedeli ‟la Bibbia ci dice che Dio camminò sul volto della Terra e questo Canyon è la sua impronta”. Vade retro, scimmia.

Vittorio Zucconi

Vittorio Zucconi (1944-2019), giornalista e scrittore, è stato condirettore di repubblica.it e direttore di Radio Capital, dove ha condotto TG Zero. Dopo aver cominciato nel 1963 come cronista precario a …