Vittorio Zucconi: Los Angeles, la Chiesa confessa. "Tra di noi 126 preti pedofili"

13 Ottobre 2005
La stazioni del calvario che la Chiesa americana ha inflitto a se stessa, arrivano a Los Angeles, dove esplode l'ignominia della pedofilia tra i sacerdoti e della reticenza delle gerarchie. Dopo Boston, che fu la prima a cedere dopo la inutile resistenza del cardinale Bernard Law che provocò una rivolta dei parrocchiani e uno sciopero delle elemosine, Los Angeles, oggi la più cattolica delle città Usa, si deve arrendere alla verità.
Centoventisei sacerdoti accusati di pedofilia con prove sostanziali, a volte fornite da confratelli, da suore, da insegnanti e da loro stessi sono stati protetti, coperti e silenziosamente riassegnati dalla curia ad altre parrocchie e ad altre scuole, dove avrebbero portato il loro vizio. Un fatto emerso non spontaneamente, purtroppo, ma soltanto per ordine del tribunale che ha imposto alla diocesi di aprire gli archivi ai 560 querelanti che la assediano.
Soltanto la paura, l'arroganza, forse il senso di impunità di cui la gerarchia soffriva possono spiegare casi come quello del Padre (parola che si usa in questo caso con un brivido) Michael Baker che spontaneamente, volontariamente, confessò all'allora arcivescovo Mahony di essere un molestatore di bambini, nel 1985. La risposta fu di mettere tutto a tacere, di sospenderlo dalla sua parrocchia, di proibirgli contatti con i minorenni e di sottoporlo a una serie di sedute con psichiatri e psicologi.
Soddisfatta, la curia lo riassegnò ad altre parrocchie in Arizona dove Baker ricadde prevedibilmente nelle sue abitudini. Almeno dieci sono i casi documentati di bambini che egli molestò gravemente dopo la sua "riabilitazione" e dunque certamente assi più numerosi, visti il pudore le vergogna che hanno impedito a molte vittime di farsi avanti. Si dovette aspettare il 2000, quindici anni dopo la sua confessione, per vederlo finalmente spretato ed espulso dalla Chiesa.
Quello di spostare sulla scacchiera i pezzi marci e colpiti dalle accuse più gravi era il metodo scelto dagli arcivescovi per mettere a tacere gli scandali, insieme con qualche forma di risarcimento in danaro alle famiglie colpite dai predatori in clergy. Fino al 2002, quando la tragedia dei preti pedofili esplose incontenibile a Boston portando la curia quasi alla bancarotta finanziaria oltre che morale, la diocesi di Los Angeles, la più estesa d'America con cinque milioni di fedeli sui 60 milioni di cattolici americani, aveva sborsato 10 milioni di dollari.
Una piccola somma, ricordando che il primo caso registrato di "silenzio comperato" risaliva al lontanissimo 1935. Ma la collaudata e triste formula manzoniana del "sopire e sedare" è stata spazzata via dall'uragano che si abbatté nel 2002 su Boston, altro caposaldo dell'America cattolica sulla costa opposta, dove 500 preti furono accusati di pedofilia, uno condannato al carcere per violenza carnale su bambini e un assegno da 100 milioni di dollari è stato pagato per danni alle famiglie.
Un conto che potrebbe impallidire davanti al disastro che queste ultime rivelazioni prospettano a Los Angeles. Lo scorso anno, la diocesi di Orange County, sobborgo losangeleno, è stata condannata a 100 milioni di danni per gli 85 casi di pedofilia provata in tribunale. Dal 2002, le denunce, sicuramente stimolate anche dal successo delle precedenti e dalla sostanziosa ricompensa, sono lievitate. Centoventisei sacerdoti e altrettanti diaconi e personale non ordinato, per un totale di 250 dipendenti dalla archidiocesi di Los Angeles sono stati denunciati e gli avvocati di parte stimano in 500 milioni il possibile "pay off", il conto finale.
Ma neppure la lezione di Boston, dove la resistenza passiva del cardinale Law servì soltanto a ingigantire lo scandalo e a turbare il gregge, è stata imparata a Los Angeles, dove ancora si è tentato di insabbiare. La curia aveva ammesso che ancora quattro sacerdoti riconosciuti pedofili sono in attività. Ma quando i cassetti dei segreti si sono aperti, e i documenti sono stati pubblicati sul sito della arcidiocesi, si è scoperto che erano, che sono, il doppio, otto.
Eppure anche queste rivelazioni non sarebbero che "uno sguardo dalla serratura" sostiene l'avvocato dei querelanti, che ha ovviamente interesse a dirlo. La sola certezza è che questi casi, che feriscono la Chiesa Cattolica americana, per ora soltanto quella americana, nel cuore della propria missione più cruciale, l'apostolato presso i bambini, aumenteranno, perché in ogni diocesi, da Boston, a New York, a Milwaukee, a Miami, a Dallas, le denunce si accumulano e le proteste di quella "tolleranza zero" promessa già da Giovanni Paolo II non convincono e non dissipano le nuvole di ansia presso i genitori.
Non quando leggono il dossier oggi pubblico di padre Richard Henry, denunciato dalle suore presso la chiesa del Santo Rosario che avevano informato, garbatamente, il vescovo delle "sue eccessiva predilezioni per i bambini", andò in prigione nel 1993 ma soltanto due anni or sono, nel 2003, venne finalmente espulso dalla Chiesa Cattolica Romana, creando l'impressione di essere più intenta a estirpare i peccati dalle società civile che a bonificare se stessa.

Vittorio Zucconi

Vittorio Zucconi (1944-2019), giornalista e scrittore, è stato condirettore di repubblica.it e direttore di Radio Capital, dove ha condotto TG Zero. Dopo aver cominciato nel 1963 come cronista precario a …