Michele Serra: L'amaca di mercoledì 17 maggio 2006

17 Maggio 2006
Per gli amanti del modernariato, i primi passi di questa maggioranza ricordano abbastanza da vicino l’epoca gloriosa del pentapartito, con le febbrili riunioni e le defatiganti discussioni per cercare di far corrispondere il numero dei posti a sedere con quello degli aspiranti. Che, come è noto, sono numerosi e vivaci: questo qui è permoleno un eptapartito, sempre che io abbia contato bene.
Romano Prodi li ascolta tutti, da quel fondista che è, e in queste ore non c’è elettore di centrosinistra che non lo abbia pensato con affettuosa pena. Ci si domanda, però, se almeno una parte di questi affari interni non poteva essere sbrigata prima del voto, così che una eventuale vittoria avesse trovato almeno qualche poltrona con il suo cartellino già incollato sopra, come si fa per le autorità a teatro. Per esempio Mastella: si sapeva, no?, che il suo caso sarebbe stato tra i più faticosi. Non gli si poteva assegnare già da prima il suo bravo ministero? Uno o due sottosegretariati? Una carica da plenipotenziario per i rapporti coi cinesi? O farlo prete, come si faceva una volta con i fratelli minori per sistemare gli affari di famiglia?

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…