Michele Serra: Re Giorgio il temporeggiatore

19 Maggio 2006
Nella corsa al Quirinale i due schieramenti si sono comportati secondo la loro natura politica. Il centrosinistra puntava su personalità di esperienza e di sicura fedeltà istituzionale, come Cavour e Napolitano. Il centrodestra su figure più spigliate e innovative, come Vallanzasca o Califano, oppure su una donna, che potesse effettuare il discorso di fine anno scosciata (molto curiosa la gaffe di Berlusconi, convinto che una donna fosse già stata presidente: Gronchi Rosa).
Negli incontri preparatori tra i due schieramenti si era molto parlato del metodo Saragat (una variante del metodo champenois che fece salire al Colle, per fermentazione, l'indimenticabile statista, detto anche "il senatore a vite"). Alla fine si è deciso di procedere con il metodo tradizionale, che consiste nel telefonare a oltranza, giorno e notte, a una ristretta rosa di persone anziane, sperando che almeno una senta la suoneria e risponda. Così è accaduto per Giorgio Napolitano. La cui biografia politica, comunque, mette al riparo il Paese da ogni sorpresa.
Chiariamo una volta per tutte, intanto, il famoso gossip che lo vorrebbe figlio naturale di Umberto di Savoia. È falso: dei due, Napolitano è il padre. Figura storica del movimento operaio, fondò giovanissimo la corrente Attendista, che si proponeva l'instaurazione del socialismo per esaurimento naturale del capitalismo, al massimo in una decina di secoli. Fu tra gli oppositori della Comune di Parigi, da lui ritenuta un obiettivo troppo ambizioso, e prematuro per i tempi. In alternativa, propose la Comune di Mentone, per le dimensioni ridotte e il clima mite della cittadina rivierasca.
Pur essendo di carattere molto riflessivo, gli storici gli attribuiscono non pochi colpi di testa. Come quando, durante una sparatoria della polizia di Scelba contro un corteo operaio, avvicinò un vicequestore apostrofandolo duramente con una frase rimasta celebre: "Per cortesia, signore, sia così savio da sollecitare i suoi uomini a non aprire il fuoco su persone inermi, in modo da non mettere a repentaglio l'incolumità fisica di innumerevoli cittadini italiani il cui solo torto è prendere parte a una manifestazione pubblica autorizzata, come certifica il fascicolo che ho qui sottobraccio e che ora sottoporrò alla sua attenzione". Morirono 19 persone. Prudente, rispettoso degli avversari, molto attento alle forme, Napolitano non ha mai alzato la voce, nemmeno quando, durante una storica seduta della segreteria del Pci, rimase bloccato in ascensore per due giorni, silenzioso e paziente. Al congresso di Livorno del 1921, quando nacque il Pci, Napolitano era contrario alla scissione dai socialisti. Non solo: era l'unico che propugnasse, al contrario della scissione, l'allargamento della sinistra a tutto il resto del Paese, dal Rotary al Vaticano, dalla Juventus al Club Alpino.
Tessitore instancabile di rapporti politici cordiali e collaborativi, conquista i suoi interlocutori per sfinimento. Celebri alcuni episodi. Pur di levarselo di torno, il capo dei terroristi altoatesini, snidato da Napolitano in una malga della Val Passiria, giurò fedeltà a Roma e scese a valle per consegnarsi ai carabinieri. Durante la Resistenza, contrario agli attentati contro i nazifascisti perché il rumore assordante disturbava gli abitanti del quartiere, praticò una strategia alternativa: avvicinava i militari tedeschi per la strada e faceva ‟bum” con la bocca, fuggendo poi velocissimo benché già anziano.
Fu tra gli oppositori più convinti delle invasioni di Ungheria e Cecoslovacchia: in entrambe le occasioni mandò al ‟l'Unità” lo stesso, storico editoriale, intitolato ‟Invadere un paese straniero è pura maleducazione”.
Saputo della sua candidatura al Quirinale, Napolitano ha fatto sapere ai suoi sponsor che la dizione "corsa al Colle" gli pareva eccessiva, e poco consona alla dignità istituzionale dei candidati. Ha proposto di sostituirla con "lenta ma sicura camminata di avvicinamento al Colle". Secondo gli analisti, un'eventuale presidenza Napolitano avrebbe un'unica possibile controindicazione: che egli stesso si addormenti mentre pronuncia il discorso di fine anno.

Michele Serra

Michele Serra Errante è nato a Roma nel 1954 ed è cresciuto a Milano. Ha cominciato a scrivere a vent’anni e non ha mai fatto altro per guadagnarsi da vivere. …