Michele Serra: L’amaca di sabato 15 luglio 2006

24 Luglio 2006
Capita perfino di tifare per Ricucci, quando è braccato dalle telecamere mentre esce di galera, e non esiste ragione al mondo che giustifichi questo genere di caccia se non il prezzo (alto) che la faccia della preda ha sul mercato della pubblica morbosità: sarà davvero dimagrito? Si vedrà che è depresso, sotto gli occhiali neri? Avrà pianto molto? Capita dunque di esultare per il carcerato Ricucci quando riesce a bucare con uno stratagemma il posto di blocco delle televisioni, e pazienza se ha dovuto aiutarsi con una ricca mancia a qualcuno, pazienza se essere un detenuto di potere lo ha avvantaggiato sui poveri cristi. Non si tratta, qui, di rendere pubbliche delicate vicende, e trame segrete che devono essere stese al sole, bene in vista, per neutralizzarne gli effetti velenosi. Non c’è diritto di cronaca, dovere di inchiesta, etica dell’informazione che regga: c’è solo un tipo che si è messo nei guai, e la folla che vuole vedere a tutti i costi che faccia ha uno che si è messo nei guai. E lui che scappa dalla muta di telecamere che lo fiuta, e cerca di morderlo. Si tifa sempre per gli evasi, anche nei film.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…