Michele Serra: Due, cento, mille portavoce

28 Luglio 2006
A che punto è la costruzione del Partito democratico? A che punto è la costruzione del Partito democratico? La stessa domanda va posta due volte perché Ds e Margherita non hanno ancora raggiunto un accordo sul portavoce unico. La soluzione del doppio portavoce, sia pure in una futura sede comune, è la più probabile, ed è già stata sperimentata, in gran segreto, una conferenza stampa con due microfoni ai lati opposti della sala, e i due portavoce che si contendono l'attenzione dei giornalisti offrendo il rinfresco più appetitoso, indossando costumi variopinti e cercando di dare la risposta più rapida ed efficace, bruciando sul tempo il rivale.
Tra le questioni sul tappeto, la più delicata appare la collocazione internazionale del nuovo partito: Fassino considera sbocco naturale l'ingresso nell'Internazionale socialista, Rutelli la confluenza nell'Ordine dei Domenicani, sia pure con il grado di semplice diacono per tutti gli iscritti.
La prima soluzione incontra gravi difficoltà di ordine logistico. La richiesta di iscrizione inviata da Fassino all'ultimo indirizzo noto dell'Internazionale socialista, a Parigi, è tornata indietro con la dicitura ‟destinatario sconosciuto”. A quell'indirizzo oggi ha sede una brasserie, il cui gestore tunisino, interpellato dai cronisti, dice di ricordare solo, molti anni prima, alcuni anziani con barba e baffi che discutevano al tavolino anche per giornate intere, molto animatamente, ordinando solo un caffè in due e picchiandosi con l'ombrello al termine di aspri litigi. "Brava gente, per carità. Ma non auguro a nessuno clienti come quelli".
A questo punto Fassino e i dirigenti diesse devono decidere se ricostituire l'Internazionale socialista al solo scopo di iscriverci il nuovo partito, cercando nelle case di riposo di mezza Europa gli ultimi eredi legali di quel pittoresco circolo e approfittando della loro demenza senile per fargli firmare un diploma di socio benemerito a Piero Fassino. Oppure soprassedere, e passare al secondo punto all'ordine del giorno: come smaltire i mostruosi ritratti di operai angolosi e contadini riarsi disseminati in tutte le vecchie sedi?
Non meno ardua l'ipotesi di affiliazione internazionale sostenuta da Rutelli: entrare nell'Ordine dei Domenicani oppure, in alternativa, nell'Ordine dei Templari, le cui cene in piedi con l'armatura, la lancia e la mazza ferrata sono molto ambite, secondo il gossip romano, da Barbara Palombelli. L'obiezione che si muove al leader della Margherita è la seguente: perché mai un partito di centrosinistra dovrebbe fare propria la politica tradizionale del clero reazionario? La risposta di Rutelli, giudicata raffinatissima dai politologi e molto apprezzata dalla base per la sua sincerità, è stata: "Non lo so".
A questo punto rientra in gioco la minoranza dei diesse, il Correntone, che approfittando delle difficoltà di Fassino e Rutelli ripropone la sua ipotesi: il Partito democratico avrà la nostra adesione solo se entrerà a far parte della Rete Rigoberta Urruti Pachalan, un'associazione internazionale di indios detenuti, che si mantengono vendendo in tutto il mondo ceste intrecciate nelle carceri. È questa, secondo il Correntone, la collocazione internazionale di maggior respiro per il nuovo partito.
Diversa la posizione di Massimo Cacciari, che dà del coglione a tutte le parti in causa, nessuna esclusa, e preannuncia un suo intervento sul quadrimestrale ‟Rivista internazionale di politica e diritto”, molto atteso dagli operai di Marghera e dalle loro famiglie.
Nessun problema, invece, per la galassia della sinistra antagonista, che di Partito democratico non vuole nemmeno sentire parlare. In un documento congiunto Comunisti italiani, Pax et Veritas, Comboniani Rap, Nessuno Tocchi Pacciani, Clarisse Disarmate, Verdi, Quinta Internazionale, Circolo Bankari Piazza Affari Okkupata, Rete Apicultori Biologici, Collettivo Punkaghenga, chiedono l'immediata sospensione delle trattative per il Partito democratico. Mossa abile e probabilmente calcolata, perché nessuna trattativa è mai stata in corso.

Michele Serra

Michele Serra Errante è nato a Roma nel 1954 ed è cresciuto a Milano. Ha cominciato a scrivere a vent’anni e non ha mai fatto altro per guadagnarsi da vivere. …