Michele Serra: L'amaca di martedì 31 ottobre 2006

31 Ottobre 2006
Pensieri neri, e mi spiace. La restaurazione mafiosa, nel nostro povero Sud, è al suo apice. Segue al breve e intenso periodo della mobilitazione antimafiosa, quando pareva che Falcone, Borsellino e tanti altri non fossero morti senza uno scopo. I ragazzi calabresi che ci provano ancora, con i loro striscioni e i loro appelli, nuotano controcorrente. Il clima politico e culturale del Paese è cambiato: sfilacciato, disilluso. L’ondata legalitaria degli anni Ottanta e Novanta è stata sconfitta, e soprattutto hanno vinto i modelli culturali più adatti alla malavita: l’arricchimento convulso, lo sfoggio di denaro e di destrezza nell’arraffarlo, la femmina come trofeo da contendere a coltellate, l’etica pubblica come ridicolo, insensato moralismo. La tribù, il clan, la famiglia come sole appartenenze riconosciute. Estrema privatizzazione della morale.
Ogni restaurazione è sempre peggiore del regime al quale si ispira. Perché le restaurazioni reagiscono a una stagione rivoluzionaria, e dunque sono incattivite, vendicative, recidive. I figli dei boss sono perfino peggiori dei loro padri: nelle foto sui giornali hanno le facce da fichetto, non più da contadino. Non sparano più per onorare vecchi codici tribali. Sparano per farsi la Smart. Niente è più in linea coi tempi e le mode, cari fratelli, del crimine.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…