Benni. “Benvenuti a Mondo Babonzo. Dove la fantasia fa bene all’Africa”

20 Novembre 2006
In via Arese al numero 5, fino al 7 dicembre, basta aprire un portoncino per entrare in un altro mondo. Felicemente stralunato, esilarante ma sotto sotto anche un po’ inquietante, perché quando ci si mettono Stefano Benni, Altan e Pietro Perotti (l’artista dei materiali vari e dei colori che ha dato tre dimensioni a un centinaio di creature benni-altaniane), la fantasia si porta sempre dietro un pezzetto di realtà, e per contrasto la rende ancora più feroce. Guardi la Viponia, ‟che si aggira nelle vicinanze dei luoghi frequentati dai Vip esibendo parti carnose di sé nella speranza di farsi catturare da un cacciatore di talenti” e finisce spesso ‟in piccoli zoo chiamati reality show”, e ti pare di averne già incontrato qualcuna. Ammiri il lungo collo (sessantadue vertebre) del Gallo da smog, evolutosi per ‟cantare sopra la coltre di smog mentre i suoi colleghi galli si limitano a penosi colpi di tosse”, e ti ricordi del blocco delle auto in corso. Ma ti incanti anche di fronte ai Babonzi, quello neonato alto tre metri e sua nonna alta un palmo, perché il Babonzo è l’unica specie che rimpicciolisce invece di crescere, e forse non muore mai ma diventa solo invisibile.

Da dove viene fuori, Benni, questa fauna?
Tutti questi animali sono nati perché da anni io, Altan e Perotti lavoriamo anche per i bambini e insieme ai bambini. Abbiamo fatto laboratori, incontri, carnevali: noi abbiamo regalato idee a loro e loro a noi. Quando c’è venuta in mente la mostra, abbiamo pensato che sarebbe stato bello farla con Amref, che da anni lavora per i bambini dell’Africa, ma anche fare incontrare la fantasia dei bambini italiani con quella dei bambini masai, o utu, o tutsi. Disegni, storie, sculture che, speriamo, formeranno la seconda metà della mostra. Il nostro motto potrebbe essere "Non è mai troppo tardi per avere un’infanzia felice”.

Venendo al Benni romanziere, nelle prossime settimane cade il 30° anniversario del suo mitico libro d’esordio Bar sport, che il 9 dicembre sarà festeggiato con il ‟Luisona day” (gli appuntamenti su www.stefanobenni.it). Crede che qui nella città dell’happy hour e dei sushi bar sarà più malinconico che altrove? O più arrabbiato?
Se fossi in televisione, mi fingerei milanologo e sparerei tutta una serie di osservazioni. In realtà non ho mai vissuto a Milano e non la conosco bene. Mi sembra che, come molte altre città italiane, sia diventata un po’più triste e impaurita, ma che mantenga ancora qualcosa di vitale e contraddittorio. è stata la prima città a dare uno spazio al museo delle creature immaginarie. E voi vi lamentate dei problemi dell’Inter e del Milan, ma venite a vedere com’è finito il Bologna. Comunque a marzo farò un seminario sull’immaginazione alla Bocconi. Sarà l’occasione per conoscere Milano un po’meglio.

E Benni, in trent’anni, com’è cambiato?
A volte mi sento diciottenne, a volte mi sento centenario. Quindi non ho mai 59 anni. Ma gioco ancora benissimo a calcio, anche se la mia autonomia è passata da novanta a nove minuti.

Mondo Babonzo nel frattempo è anche diventato un libro (Gallucci, prezzo 13 euro, ricavi, come per i 7 euro del biglietto della mostra, devoluti all’Amref) in cui il professor Lupoff (Benni) racconta come ha scoperto le creature immaginarie insieme al collega professor Altansky. A quando, invece, il prossimo romanzo? Avrà ancora al centro un’adolescente come Margherita Dolcevita?
No, il personaggio centrale dovrebbe essere molto diverso. Ma è presto per parlarne.

Ci regala un brindisi per il Luisona day?
Che ci sia sempre qualcosa di dolce ed esagerato nella vostra vita.

Stefano Benni

Stefano Benni è nato a Bologna nel 1947. Con Feltrinelli ha pubblicato: Prima o poi l’amore arriva (1981), Terra! (1983), Stranalandia, con disegni di Pirro Cuniberti (1984), Comici spaventati guerrieri …