Michele Serra: L'amaca di martedì 1 maggio 2007

07 Maggio 2007
L’invio di pallottole per posta, gli insulti e le minacce anonime, le manifestazioni verbali e scritte di odio sono una consuetudine ripugnante ma radicata, in questo come in altri paesi. La maggioranza delle persone pubbliche sono o sono state oggetto di questa pratica che affonda nel rancore e nell’impotenza di fanatici di ogni risma. Ora, purtroppo, capita anche al presidente della Cei di entrare a far parte di questa interminabile lista insieme a giudici, politici, giornalisti, amministratori, personaggi televisivi, dirigenti sportivi. È il disgustoso prezzo da pagare al diritto di esprimersi pubblicamente, diventando un punto di riferimento politico. Il ruolo istituzionale di monsignor Bagnasco suscita, ovviamente, inevitabili reazioni e preoccupazioni. Ma bisognerebbe trovare una giusta misura, per non dare la sgradevole impressione che per esempio le minacce ai magistrati siano considerate routine, e quelle a un uomo di Chiesa una inaudita emergenza. La casistica dimostra che gli uomini dello Stato sono storicamente i più esposti alla violenza estremista: magistrati, poliziotti, politici, legislatori. E anche preti come quelli uccisi dalla mafia o esposti alle rappresaglie della malavita (vedi, pochi giorni fa, l’assalto alla cooperativa di don Ciotti in Calabria). Una prima linea nella quale tutti meritano la stessa protezione e la stessa attenzione mediatica. Senza differenze.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…