Vittorio Zucconi: La Casa Bianca arruola i fanta-scienziati

04 Giugno 2007
Quattro inoffensivi signori di mezz’età un po’miopi e una nonna dai capelli turchini sono i guerrieri che dovrebbero ora proteggerci dal terrorismo e sconfiggerlo, i cinque cavalieri dell’anti-Apocalisse. Si chiamano "Organizzazione Sigma" e praticano il più mite e incruento dei mestieri, lo scrittore di fantascienza. Ma nella loro capacità di pensare l’impensabile, di immaginare l’inimmaginabile, il disperato governo degli Stati Uniti ripone la speranza di fare quello che le sue agenzie di spionaggio, i servizi di intelligence, i militari e i pensatori ufficiali con pomposi titoli accademici e incarichi ufficiali non sono riusciti a fare: intuire quello che la demente fantasia dei terroristi progetta e batterli sui tempo. Si chiamano Jerry Pournelle, Arlan Andrews, Greg Bear, Larry Niven e la signora Sage Walker e se i loro nomi non hanno mai raggiunto le vette di popolarità e di qualità letteraria dei padri nobili del genere, come il fondatore della fantascienza, Hugo Gernsbach, lussemburghese americanizzato, Verne, H. G. Wells, Asimov, Clarke o Bradbury, rappresentano il meglio che la science fiction americana oggi sappia produrre, con libri di successo come "Il Martello di Lucifero" di Pournelle. Non narrano di marziani invasori o di robot ribelli, né di improbabili macchine volanti, ma di scenari catastrofici, scatenati da fenomeni naturali o artificiale. Sono, loro come altri scrittori del genere che potranno essere associati a questa mini Cia della immaginazione, persone giudicate capaci di «pensiero deviante», come ha spiegato quell’inerte leviatano burocratico della Agenzia per la Sicurezza Nazionale creato da Bush dopo l’11 settembre e per ora capace soprattutto di rendere infernale la vita a innocenti turisti e visitatori stranieri, mentre decine di migliaia di clandestini entrano tranquillamente dalle frontiere del sud. «Deviante» non nel senso di perverso o patologico, ma nel senso di pensiero che sa uscire dai binari del pensiero convenzionale, strategico, politico, ideologico, dove si insabbiano i ragionamenti e gli scenari delle persone più razionali. «Una delle più grande difficoltà nel lavoro di chi deve prevenire il terrorismo è l’impossibilità per un individuo magari intelligentissimo ma normale di concepire piani, attacchi, strategie che una mente non deviante rifiuta» spiega Sage Walker che nel suo best seller "Whiteout" racconta di un mondo devastato dalle catastrofi ecologiche. «Noi viviamo e lavoriamo nel futuro, cercando di concepire scenari e soluzioni che forse soltanto un terrorista deciso a spazzare via la nostra civilizzazione potrebbe capire. Dunque se lui capisce noi, forse noi riusciremo a capire loro». Nella guerra asimmetrica fra l’irrazionale religioso e la razionalità occidentale, l’occidente vulnerabile fa appello alla propria componente di irrazionalità benigna. Capire, ovviamente, significa prevenire, cioè fare quello che tutte le risorse tecnologiche e umane dell’America non riuscirono a fare prima dell’11 settembre, nonostante i segnali d’allarme che pure i servizi avevano raccolto e depositato sul tavolo di Condolezza Rice e di George Bush, probabilmente perché le menti "non devianti" rifiutare di accettare l’ipotesi del dirottamento simultaneo di quattro grandi aerei di linea da utilizzare per abbattere grattacieli e palazzi. Ma neppure il più esecrabile piano di un’organizzazione terroristica apparirebbe troppo stravagante a scrittori che vivono quotidianamente in mondi capovolti, dove la devianza è la norma e la norma è la devianza. Già tre anni or sono l’agenzia del Pentagono per le armi da fantascienza, la Darpa, aveva concepito un’altra soluzione fuori da ogni norma strategica o tecnologica, un «borsino delle ipotesi terroristiche» nel quale autentici investitori, con soldi vero, avrebbero scommesso e puntato sulle varie possibilità di attacco, comprando e vendendo futures, titoli. Il progetto, concepito nella speranza che la capacità del libero mercato riuscisse a definire il futuro, fu stroncato dal Parlamento, che lo bocciò immaginando il raccapriccio e il grottesco di un gruppo di investitore che fanno profitti su un attacco nucleare a Manhattan o un’epidemia di supervirus a Los Angeles, avendo azzeccato. Ma anche la "Borsa del Terrore", come questa "Organizzazione Sigma" degli autori di fantascienza, è la prova di quanto sia difficile combattere quella "guerra al Terrore" che altri, e ben più sinistri, autori di fantapolitica, come i visionari neo con, avevano semplicisticamente ridotto ai "cambi di regime" e alla "esportazione della democrazia" con le baionette. Questi cinque signori e la loro nonna con i capelli azzurri, che già da anni sono consultati informalmente dal governo americano per immaginare possibili scenari post-nucleari, quando era il nucleare l’incubo del tempo, ora dovranno pensare come terroristi, entrare nell’universo della devianza ideologica e fondamentalista, concepire quello soltanto la loro creatività arroventata e fervida può concepire. Nella "Radio di Darwin", l’elegante thriller molto science e poco fiction uno di questi cinque cavalieri dell’anti-Apocalisse, Greg Bear, scopre, tra resti fossili e labirinti genetici, uno spaventoso complotto per annientare l’umanità attraverso un difetto latente nel nostro Dna. Il mostruoso complotto è del governo americano, ma terrorismo è terrorismo, da chiunque venga.

Vittorio Zucconi

Vittorio Zucconi (1944-2019), giornalista e scrittore, è stato condirettore di repubblica.it e direttore di Radio Capital, dove ha condotto TG Zero. Dopo aver cominciato nel 1963 come cronista precario a …