Michele Serra: L'amaca di sabato 9 giugno 2007

11 Giugno 2007
La furente lite dinastica tra gli eredi Agnelli, con accuse di astuti imbrogli e sottrazioni miliardarie, si inserisce impetuosa nel maestoso alveo del litigio nazionale. Stupefacenti interviste mettono in piazza implacabili odii e dolorosissime interruzioni di rapporti familiari profondi (madre-figlio). Chi ancora sia convinto, contro ogni logica, che la classe politica sia primatista dell’astio, della polemica velenosa, della lite meschina, evidentemente non ha mai partecipato a una riunione di condominio, laddove la sedicente "società civile" si azzanna e si cita in giudizio per la collocazione di un ficus sul pianerottolo. Sul superattico della società (gli Agnelli) così come nel più umido dei pianterreni, la lotta per "la roba" sprigiona le stesse scintille. E mano a mano che la coesione sociale si indebolisce, e quel minimo di collante viene meno, le solitudini dei singoli si fanno più acute e più sospettose, la parola "io" risuona incontrastata, micidiale, irriducibile. I ventitré partiti rappresentati in Parlamento non sono la causa, ma l’effetto del disperato narcisismo di questo Paese. E i sovrabbondanti "veleni" che riempiono i giornali sono la forma che assume, nelle stanze del potere, la stessa materia sordida che intasa gli uffici giudiziari di tutta Italia: milioni di cause e litigi tra poveracci gonfi di rancore. La magnanimità, dote signorile per eccellenza, non abbonda nei paesi servili.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…