Michele Serra: Piattaforma per l'amico Putin

26 Luglio 2007
La decisione dell'amministrazione Usa di costruire una base militare americana sul Caucaso, di ormeggiare una portaerei sul Volga e di dichiarare Dostoevskij nativo del Nebraska ha incontrato l'incomprensibile opposizione del governo russo. Gli osservatori internazionali sono molto stupiti, e si chiedono quanto possa essere pericoloso il rigurgito nazionalista di Putin. Della cinquantina di repubbliche sorte ai confini della Russia dopo la fine dell'Urss, ben due (la Popezia con le sue stazioni di fango termale, e il Bukistan con i suoi fiorenti allevamenti di capre nane) restano sotto il controllo di Mosca: che cosa diamine vuole Putin, impedire che le altre quarantotto entrino nella Nato e piazzino qualche missile puntato sul Cremlino?
Il Pentagono è perplesso. E sta esaminando una piattaforma amichevole da sottoporre a Putin. Ecco i punti principali.

Disarmo
Gli Usa hanno chiarito che lo scudo spaziale non ha alcuna intenzione minacciosa. È semplicemente una gigantesca tettoia di acciaio temperato che verrà eretta sull'intero pianeta, ogni paese sarà perfettamente libero di decidere se appenderci il glicine o l'edera, basta non coprire i megafoni che diffonderanno musica country a tutte le latitudini.

Polonia
La sua collocazione geografica, secondo gli esperti americani, ne fa la tipica zona confinante con gli Stati Uniti. I due gemelli squilibrati attualmente al potere sono infatti entusiasti di ospitare le basi Nato, e hanno chiesto a Bush di costruire un ponte sospeso, a campata unica, che unisce il Baltico a New York, per permettere ai polacchi di riunirsi con i parenti emigrati.

McDonald's
In cambio dei ventiduemila McDonald's disseminati in tutto il mondo (è stato inaugurato ieri l'ultimo gioiello della catena, in piazza San Pietro: in offerta il Papaburger con crauti e nutella), gli Usa offrono ai russi la possibilità di aprire un distributore automatico di matrioske sulla Quinta Strada.

Mausoleo di Lenin
La permanenza della mummia di Lenin sulla Piazza Rossa viene considerata dagli americani un atto ostile. L'amministrazione Bush propone di sostituirlo con la salma di Buffalo Bill, e per evidenti ragioni. "Ha anche lui il pizzo", spiega la paziente diplomazia americana, "che cazzo vogliono di più?".

Castro
La morte di Fidel Castro, attesa alla Casa Bianca tra grandi risate e gesti dell'ombrello, non dovrà in alcun modo riaprire antiche ferite tra americani e russi. Cuba verrà dunque acquistata, in segno di amicizia, dal miliardario russo Jury Popov, che deve la sua fortuna al business dei salvaspifferi di gommapiuma e al fatto di essere il capo della mafia. Popov, con l'amichevole assenso dell'amministrazione americana, intende fare dell'Avana il più grande bordello del pianeta. Tra i più attesi i turisti italiani.

Artide
Le recenti pretese russe sull'Artide hanno sconcertato George Bush, certo che risiedere al Polo Nord sia impossibile: osservando il mappamondo, Bush si è convinto che stare in equilibrio sul punto sommitale del pianeta sia troppo pericoloso: alla lunga, con tutto quel ghiaccio, si scivola inevitabilmente verso Sud. Via libera, dunque, alla conquista russa dell'Artide, purché all'America resti il controllo di Atlantide e Putin assicuri agli Usa metà delle royalties derivanti dall'addestramento delle foche da circo.

Cina
Il presidente Bush chiede con forza che l'Armata Rossa abbandoni Pechino e che la Russia conceda finalmente l'indipendenza ai cinesi. "Questo popolo", ha detto Bush, "ha troppo sofferto, anche a causa di Napoleone, per poter tollerare di essere tuttora sotto il giogo straniero. Come l'Egitto, penso che anche la Cina debba avere il suo posto nel mondo".

Cecenia
Può essere tranquillamente distrutta: è l'unico punto nella Terra, insieme all'Oltrepo Pavese, nel quale gli americani non hanno interessi strategici.

Michele Serra

Michele Serra Errante è nato a Roma nel 1954 ed è cresciuto a Milano. Ha cominciato a scrivere a vent’anni e non ha mai fatto altro per guadagnarsi da vivere. …

La cattura

La cattura

di Salvo Palazzolo, Maurizio de Lucia