Michele Serra: L'amaca di mercoledì 26 settembre 2007

26 Settembre 2007
Quando sarà esaurito, per sfinimento, il filone delle dichiarazioni dei politici (cinque secondi cadauno per dire niente), sarà il turno delle dichiarazioni dell’uomo della strada. Che ad ogni delitto o fattaccio di cronaca affolla i telegiornali per dire la sua, la signora con la permanente che l’ha sempre saputo, che quello lì era il colpevole, o il pensionato che non riesce a crederci perché conosce il papà ed è tanto una brava persona, o la commessa in ansia per la sicurezza dei suoi cinque metri di marciapiede. Così come abbiamo, nei telegiornali, il "pastone" politico, avremo presto il "pastone" dei rumori della folla, ben calibrato tra innocentisti e colpevolisti? E sarà un passo avanti, rispetto alla mortificante noia delle parole politiche, la greve vitalità della gente comune, le opinioni fesse ma cariche di certezze, il pregiudizio eretto a sistema dialettico?
E’ obbligatorio tutto questo? Li avete visti i telegiornali da Garlasco, compresi i più civili e autorevoli, tutti con l’Afghanistan messo in attesa, la Birmania neanche parlarne, perché prima bisognava assolutamente mandare in onda la faccia del tabaccaio che diceva "oh bella" o della massaia che diceva "in galera bisogna mandarli"? La mia è un’opinione di minoranza e forse di retroguardia. Ma mi interessa molto la Birmania. Zero Garlasco.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…