Michele Serra: L'amaca di sabato 17 novembre 2007

23 Novembre 2007
Faceva una certa impressione, nelle parole che Gianfranco Fini ha affidato al "Corriere della Sera", vedere appaiati i nomi di Prodi e Berlusconi, accusati di essere autori di "reboanti proclami quotidiani", e dunque di essere, entrambi, di oggettivo ostacolo alle cose serie. Nella realtà, poiché Prodi di reboante non ha neanche il clacson della macchina, è evidente che Fini ce l’aveva soprattutto con il suo alleato Silvio, le cui frequenti profezie di crisi di governo, viste con il senno di poi, fanno parecchio ridere a sinistra, ma a destra devono dare molto ai nervi. La lettura della stampa di destra non aiuta molto a capire il clima interno, perché per quasi tutti i giornalisti di destra italiani parlare male di Berlusconi equivale a sputare sulla busta-paga, e dunque, comprensibilmente, considerano più elegante tacere sul catastrofico momento del loro patron. Ma l’impressione, fuori da quelle mura, è che dopo l’avvenente Casini anche il piacente Fini ne abbia le tasche piene di sentirsi legato mani e piedi a un carro sì munifico, e tutto d’oro e d’argento, ma guidato da un anziano eccentrico che si ritiene in grado di far cadere un governo con il pensiero così come Uri Geller piegava le posate con la mente. Entrambe le pratiche, alla severa verifica della realtà, si sono rivelate una bufala.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…

La cattura

La cattura

di Salvo Palazzolo, Maurizio de Lucia