Michele Serra: L'amaca di martedì 4 dicembre 2007

27 Dicembre 2007
Viveva una vita risicata in pochi metri di casa, la "star" Azouz, con altri disgraziati come lui, ma davanti alle telecamere poteva arrivare con una Porsche messa a disposizione dai suoi protettori. E il giubbino firmato. E le lenti nere così alla moda tra i meglio fichi di corso Como, che dio li strafulmini tutti. Com’è diventato facile fottere i poveri. Farli rimanere cafoni e anzi farli diventare cafoni al quadrato, supercafoni e dunque inchiodati alla povertà di spirito e di sguardo, poveri in eterno. Piccoli manigoldi, sfigati che entrano e escono di galera, ma con intorno l’aura luciferina del "boss" che oggi si cuce attorno a qualunque bullismo anche minuto, anche squallido, purché telediffuso, purché "famoso". Uno così smisuratamente sfigato che per diventare "famoso" ha dovuto aspettare che gli ammazzassero moglie e figlio: roba che neanche Swift o Rabelais avrebbero mai immaginato. Però l’aveva immaginata Pasolini, che aveva ragione, accidenti se aveva ragione, quando diceva che il popolo è stato comperato e corrotto tutto intero, all’ingrosso.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…