Michele Serra: L'amaca di venerdì 13 giugno 2008

13 Giugno 2008
Forse, appena pochi anni fa, avrei sogghignato di fronte alle immagini di Silvio Berlusconi che passa in auto, per le vie di Napoli, accanto a cataste di rifiuti immutate, e semmai ingrossate, nonostante i suoi fieri proclami. Oggi non riesco a provare che sconforto, e tra un mese (a scenario eventualmente immutato) sento che lo sconforto riuscirà a comprendere perfino una fettina di pena per lui, il suo inutile ottimismo, la sua baldanza così fatua e irritante.
La verità è che la consolazione di fazione – niente, per un italiano, è godibile come imbattersi nell´inciampo altrui – non funziona più. La sensazione del degrado civico è così acuta, la percezione dei ritardi incolmabili così forte, che attribuirne la "colpa" alla fazione opposta appare sempre più incongruo, e vagamente vigliacco. Il fatto che "gli altri" lo abbiano fatto, a sirene spiegate, scaricando sulle spalle di Prodi e dei suoi ogni torto e ogni omissione, non è più una ragione sufficiente per rifarlo a nostra volta, in un eterno, infantile rimbalzo di accuse. Se Berlusconi fallirà, a Napoli come altrove, credo che riuscirò a inquadrarlo (finalmente) non come quell´insopportabile presuntuoso che pure è, ma come un povero italiano che non riesce a cavare un ragno dal buco.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…