Michele Serra: L'amaca di sabato 19 luglio 2008

28 Luglio 2008
Ho letto l’intervista di Antonello Caporale a Sandro Curzi (Repubblica di ieri) per capire come mai un vecchio uomo Rai, rispettato da tutti, si era astenuto in Consiglio di amministrazione nel voto su Agostino Saccà, sospeso dalla direzione aziendale per "intelligenza col nemico". Purtroppo, il ragionamento di Curzi si perdeva nel dedalo degli interessi politici e partitici, si addentrava in dettagli tattici, calcoli di alleanze, sofismi da corridoio di Montecitorio. Non una parola sui princìpi. Non un accenno al macroscopico e insieme basilare quesito etico che è l’anima del caso Saccà: è giusto o non è giusto che un dirigente pur capace, pur brillante, discuta con il proprietario dell’azienda concorrente produzioni e palinsesti? Era o non era nell’interesse della Rai (della quale Curzi è consigliere d’amministrazione) sanzionare Agostino Saccà?
L’intervista a Curzi era l’intervista a un politico, non a un uomo d’azienda. Rispondeva a logiche tutte interne ai partiti, non ad altro. E lo faceva con una tale serenità, una tale solida convinzione, che bisogna dedurne questo: gli uomini di partito sono convinti che la loro logica e i loro interessi coincidano senz’altro con quelli della Rai e con quelli del Paese. Non è più così da parecchio: che deve accadere, ancora, perché se ne rendano conto persino loro?

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…