Michele Serra: L'amaca di sabato 30 agosto 2008

01 Settembre 2008
I tigì estivi prevedevano (e prevedono ancora) numerose dichiarazioni di politici ripresi in vacanza, in genere da troupes stremate che cercano invano di mettere a fuoco abbronzature forsennate e camiciole sgargianti. Faceva eccezione il portavoce di Forza Italia, Capezzone, che per tutto agosto è apparso in giacca e cravatta, pallido e zelante, in mezzo agli stessi velluti rossi che incombono nelle stanze del potere durante l’anno lavorativo, facendo intuire, alle spalle del dichiarante, i ricami di polvere e il lavorio degli acari. Non si sa perché il solo Capezzone sia stato lasciato a presidio delle istituzioni. Può darsi che avesse preregistrato (in novembre? in marzo?) le stesse frasette sentenziose buone per qualunque circostanza - dalla guerra atomica al prezzo del cherosene - nelle quali il Capezzone dà immancabilmente dell’idiota all’oppositore, e della brava persona al governante. Del radicale, Capezzone ha infatti conservato l’acida petulanza (ci scusi la signora Bonino, che escludiamo senz’altro dal giudizio). Dell’uomo di potere, per giunta appena ammesso a corte, ha invece aggiunto l’aplomb azzimato. Ne è sortito un radicale ben stirato, e pettinato come nelle foto delle barberie di paese. Vogliamo sperare che, mentre i tigì ce lo propinavano in differita, egli fosse ben sbracato a Fregene, a sparare cazzate con un mottarello in mano, come tutti noi.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…