Vittorio Zucconi: Presidenziali USA. Le sorprese e le gag del “Sarah show

08 Settembre 2008
Anche stasera si recita a soggetto, nello happening della Convention Repubblicana e nel "Sarah Palin show", la sconosciuta reginetta dei ghiacciai che ogni giorno ci regala una nuova gag. Doveva parlare Giuliani, no, Giuliani non lo facciamo parlare perché ricomincia con la predica dell’11 settembre. Arriva Bush, il Mister President, trattato come il cugino di campagna che non si sa mai se invitare alle feste di famiglia, no, parlerà via satellite, no, di persona, per la disperazione di McCain che contava su Gustav per tenerlo lontano. E per fortuna che c’è Sarah "Zanna Bianca" Palin, la lupetta del Grande Nord, che questa sera dovrà convincere l’America di non essere uno stunt, un effetto speciale da usare come specchietto della disperazione per incantare le donne, finora assai scettiche. I repubblicani stanno riuscendo nel miracolo di far sembrare anche i Democratici usciti da Denver come una disciplinata falange macedone, anziché l’armata rissosa e sediziosa che invece sono. Ma non è un partito, questo uscito a pezzi da otto anni dell’irriflessivo Bush, che brilli per la capacità di "pensarci prima", come il sorridente enigma dietro strati di fondo tinta e rimmel, la governatrice Palin dimostra, offrendo ai media annoiati una sorpresa al giorno. Avrebbero dovuto ovviamente pensarci prima Bristol, la figlia incinta della lupetta d’Alaska e il suo seduttore ormai rivelato, il fuc..ing redneck, come si definisce lui stesso in Internet, Levi Johnson, il fottuto burinone diciottenne dell’Alaska le cui ambizioni nella vita sono l’hockey (su ghiaccio, ovviamente), «tirar sera con gli amici», «non avere mai figli» (mai dire mai, giovanotto) e «spaccare il c... a chi mi rompe i fottuti c....». Non proprio il curriculum che una mamma sogni per un genero. Avrebbe dovuto riflettere la stessa Sarah, prima di iscriversi al Movimento per l’Indipendenza dell’Alaska nel 1998, il cui motto, da Lega Nord che più Nord non si può, era "la secessione dagli Stati Uniti". Avrebbe dovuto scoprire, la squadra di McCain, che Sarah fu arrestata per guida in stato di ubriachezza, quando aveva 22 anni, come George Bush, e questo può essere un fausto presagio. E poi consultare gli archivi dei giornali locali, per sapere che forse non fu neppure eletta Miss Wasilla, il paesino dell’interno artico, come una inviperita e invidiosa coetanea sta raccontando ai giornalista calati sul villaggio come le zanzare al disgelo. A suo merito, va detto che è stata una volta in visita alla Guardia Nazionale dell’Alaska in Kuwait, ideale dispiegamento su genere "alpini in Libia" e ha fatto una bella vacanza con il marito in Irlanda, dunque possiede un’approfondita conoscenza del mondo. Ma i McCain boys avrebbero potuto studiare per tempo almeno quell’inchiesta parlamentare per abuso di potere in atto contro di lei nel parlamento dell’Alaska. Ora hanno dovuto mandare dieci avvocati per assisterla. Quali altre sorprese nasconde, la bella reginetta dei ghiacciai, che per ora, Barack e Biden trattano con delicatezza da artificieri, sperando che imploda da sola? Una donna è inattaccabile frontalmente, da avversari maschi, per evitare l’effetto solidarietà femminile, ma se Sarah continuerà a regalarci bocconcini di renna (il suo stufato preferito), non sarà lei, a pagare, ma chi l’ha scelta alla cieca. Sarebbe la conferma che McCain ha un’incurabile tendenza all’incoscienza, all’impulsività, alle decisioni poco meditate. Esattamente le doti che servono al presidente americano, in un mondo e in una nazione già un po’scossi di nervi.

Vittorio Zucconi

Vittorio Zucconi (1944-2019), giornalista e scrittore, è stato condirettore di repubblica.it e direttore di Radio Capital, dove ha condotto TG Zero. Dopo aver cominciato nel 1963 come cronista precario a …