Vittorio Zucconi: Presidenziali USA. E Sarah, l’ultrà religiosa confessa. Mia figlia adolescente aspetta un figlio

08 Settembre 2008
Forse non le aveva detto niente, la mamma, e per questo Bristol la figlia adolescente della governatrice e possibile futuro vice-presidente americano, Sarah Palin, ha dovuto scoprire nella pratica come nascono i bambini, il suo compreso. Poiché a volte sono i venticelli, più degli uragani, a far tremare gli alberi dell’ipocrisia, la vice di McCain, Sarah "Zanna Bianca" Palin, vice di McCain, feroce avversaria di ogni forma di educazione sessuale nelle scuole e di uso di contraccettivi, è stata costretta a informare la Convention che una delle sue figlie adolescenti e nubili, Bristol, è incinta di cinque mesi. Nulla di straordinario, in una nazione dove 435 mila bebè sono partoriti ogni anno (2007) da ragazze sotto i 18 anni e il diritto per una donna di accettare o subire la maternità è, ancora, garantito dalla Costituzione. Ma la notizia che la diciassettenne Bristol, la più grande delle due figlie, battezzata con il nome ittico della baia di Bristol dove la famiglia va a pescare, aspetta un bambino, scompiglia almeno allegramente la trita pantomima moralista che questa famiglia da romanzo frontiera di Jack London doveva recitare per i sondaggi. Bristol non avrà naturalmente scelta con una mamma che ha fatto della crociata anti-aborto e anti-educazione sessuale una delle sue bandiere, insieme con la passione per la forca e per le fucilate alla "mamma di Bambi", come subito i malvagi avversari hanno descritto il suo gusto nell’abbattere cerbiatte, alci e renne. Soprattutto l’elettorato del sud approverà quella triste e classica pezza chiamata nel West conosciuto come shotgun wedding, le nozze riparatrici con lo schioppo nella schiena del recalcitrante sposino. Il padre e futuro marito per forza, che sembra sia un compagno di liceo di Bristol (se fosse maggiorenne, il suo sarebbe "stupro" automatico) forse travolto anche lui dalla inesperienza e dalla cabin fever, la febbre dei sei mesi ininterrotti di buio artico, la sposerà. La ama, pare, e piantare in asso con il suo bebè la figlia della governatrice, possibile vice presidente e addirittura presidente degli Stati Uniti non gioverebbe al suo futuro. Sarah "Zanna Bianca" Palin come indica l’inchiesta parlamentare in corso sul licenziamento di un poliziotto statale da lei imposto per un sgarbo alla famiglia, ha un caratterino vendicativo. La nonnina ha denti lunghi. Se la ex miss Wasilla, il villaggio di 8 mila persone dove fu eletta forse senza grande concorrenza, ha confessato il peccato della figlioletta, è stato per colpa di «spregevoli», così li ha chiamati, siti che su Internet avevano sparso la voce che l’ultimo suo figlio di cinque mesi, Trig (nome Vikingo, nessun nome biblico per questa famiglia cristianissima) fosse in realtà il nipotino. Alcune foto dell’inizio dell’anno, che mostravano la ragazza con un visibile pancione e invece sua madre, in stato di avanzata gravidanza ufficiale, la quarta, con una vitina perfetta e stretta da una cintura, erano sembrate insinuare che, per ragioni politiche, la nonna 44enne si fosse attribuita la gravidanza della figlia diciassettenne. Si era alzato un temporale virtuale di pettegolezzi, sopra una Convention che già ha dovuto subire il panico per Gustav. Se la figliola birichina o ingenua fosse stata fotografata tra un paio di mesi con un pancione di 7 mesi, sarebbe stata la devastante smentita al perbenismo di questa sana famiglie d’una volta che il lassismo relativista e permissivista delle sinistre, grazie all’aborto e ad anticoncezionali, hanno distrutto, nella immaginazione febbrile delle destre. La privacy deve inchinarsi alla ragione elettorale, come sempre. Quella discrezione alla quale i candidati politici e i governanti si appellano sdegnati soltanto quando emergono episodi spiacevoli, era stata violata dalla stessa Sarah Palin, ostentando la propria famiglia-cartolina. Quando un aspirante al successo politico, come cominciò a fare John F. Kennedy nel 1960, trasforma la propria vita famiglia in un manifesto politico dunque pubblico, la sua vita, e la vita delle altre statuette del presepe divengono fair game, si dice qui, gioco aperto a tutti. Sarah ci è stata venduta come la madonnina dei fiordi con il mirino telescopico, e così sarà venduta ai congressisti domani sera, quando lei e il suo Fred Astaire-John McCain (il cui entourage ieri si è affrettato ad assicurare che il senatore sapeva della gravidanza di Bristol prima di annunciare la scelta della sua vice) arriveranno danzando, ora che la strizza di Gustav è passata e tocca alla donne, Laura Bush, Cindy McCain, Sarah Palin, nascondere i deprimenti - e assenti - capobranco. Fortunatamente è arrivata Bristol, a salvarci dalla noia di questo tableau vivant, fra Trig, il piccolino Down ostentato come un programma politico, non come un amore straordinario; Piper, l’altra bambina battezzata come l’aeroplanino che collega l’immensità vuota dell’Alaska e Track, cioè "pista", il primogenito diciottenne, chiamato così perché concepito durante una gara di atletica, sarebbe interessante sapere in quali circostanze. Non è lei lo scandalo, è un soffio di vita autentica, come furono le bambine di Obama, nello scandalo delle artificiosità elettorali. «Noi saremo molto, molto vicini a loro» ha promesso con un lampo dei suoi begli occhi l’ex reginetta di Wasilla. Vista la sua collezione di armi, il giovanotto - e la figlia - non hanno scampo.

Vittorio Zucconi

Vittorio Zucconi (1944-2019), giornalista e scrittore, è stato condirettore di repubblica.it e direttore di Radio Capital, dove ha condotto TG Zero. Dopo aver cominciato nel 1963 come cronista precario a …