Michele Serra: L'amaca di mercoledì 17 settembre 2008

23 Settembre 2008
Chissà se tra le "becchine della scuola" (come Libero definisce, con la consueta amabilità, le maestre che si oppongono alla Gelmini) ci sono anche le ottime e appassionate maestre che hanno fatto scuola ai miei figli. E chissà come se la passano il personale Alitalia (furbetto e sleale, sempre secondo la stampa ultras di questo governo ultras), gli impiegati pubblici fannulloni, i precari lagnosi, gli immigrati ladri, gli studenti somari, i sindacalisti scaldasedie, le puttane adescatrici, i gay esibizionisti, la sinistra imbecille, i radical-chic ipocriti, e le infinite categorie via via indicate con foga sghignazzante come la zavorra che affonda questo brillante, arrembante paese di destra, che senza gli ominicchi e le donnette di cui sopra navigherebbe a gonfie vele, e invece povera Italia e povero Berlusconi, costretti a fare i conti con questi cascami umani del welfare e dell´ideologia?
Poi dicono che la lotta di classe è finita. Che fu un´invenzione malevola. Ma dove, ma quando? Passare davanti a un´edicola e leggere le prime pagine dei giornali di destra dà la stessa identica impressione di feroce classismo che davano, trent´anni fa, "i titoli rossi dei nostri giornali" (Gaber). Puro odio di classe, dito puntato contro i nuovi "nemici del popolo". Sapessimo, almeno, quale popolo: non le maestre, non gli insegnanti, non gli impiegati, non i precari, non le hostess, non gli immigrati, non le puttane, non quelli di sinistra. Chi rimane, tra i buoni? Solo le veline e i calciatori del Milan?

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…