Michele Serra: L'amaca di venerdì 19 settembre 2008

23 Settembre 2008
Ci spiegano che questo non è il 1929, e dunque possiamo contare sul fatto che negli Usa non ci saranno la fame e le disperate migrazioni interne di Furore, l’Europa non diventerà una grande Weimar, non tornerà Hitler, non invaderà la Polonia, eccetera. È già qualcosa.
Rimane da capire, però, che cosa diavolo sono davvero, e da quali tasche cadono, le cataste di miliardi che bruciano. Una ipotesi tutto sommato benefica è che si tratti dello smisurato gonfiore speculativo che il capitalismo finanziario ha via via costruito attorno all’economia reale. Una ricchezza "finta", il cui svanire punirà soprattutto i troppo ingordi, dopo di che ognuno ripartirà dalle basi concrete del proprio avere e del proprio lavoro. Il problema è che non si capisce (di certo non lo capisco io) quanto siano legate tra loro questa economia d’aria e quella di carne, quella dei sudati risparmi, dei conti correnti, dei mutui per pagarsi la casa. Temo parecchio. Mi sembra di capire che non solo il broker d’assalto e lo scommettitore di Borsa, ma anche il normale risparmiatore debba temere il peggio, perché i suoi quattrini sono stati usati come fiches nel casinò dell’economia d’azzardo. L’idea vincente degli ultimi due o tre decenni è stata che tutti possono diventare ricchi, in un gioco di rilanci che avrebbe moltiplicato i pani e i pesci. Non risulta che da qualche parte del contratto, in caratteri anche molto piccoli, ci fosse scritto l’evidente codicillo saltato fuori in questi giorni: che tutti possono anche diventare poveri.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…