Michele Serra: L'amaca di domenica 28 settembre 2008

29 Settembre 2008
Il premier annuncia lieto la perdurante esistenza di una "compagnia di bandiera". Ma non si capisce perché sia definibile compagnia di bandiera un’Alitalia ceduta a un manipolo di privati in sinergia con Lufthansa (che punta, a quanto si legge, al 49 per cento del capitale), mentre non sarebbe stato lecito definire compagnia di bandiera un’Alitalia italo-francese, che per giunta sarebbe nata sei mesi prima evitandoci il penosissimo tira e molla di questo settembre nevrastenico.
Il fondato sospetto è che tutta la manfrina sull’"italianità" di Alitalia fosse un puro "do di petto" elettorale al quale Berlusconi si è sentito obbligato a dare seguito ad ogni costo, anche se la sostanza dell’intera operazione prevedeva comunque la cessione a privati della compagnia aerea nazionale (esclusi i debiti, a carico di noi tutti: il patriottismo deve pure prevedere qualche sacrificio) nonché il massiccio ingresso di capitali (e probabilmente di management) stranieri. Ci si chiede quanta parte dell’opinione pubblica sarà in grado di approfondire la questione, scoprendo la sostanza dietro le apparenze. E quanta parte, invece, si accontenterà degli slogan sull’italianità preservata. Sventolare una bandierina e gridare "viva l’Italia" è un metodo facile facile, ma evidentemente funzionale a un Paese sempre più stanco, sempre più distratto.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…