Michele Serra: L'amaca di martedì 24 marzo 2009

25 Marzo 2009
L’aspetto curiale non inganni: dei tanti portavoce del governo, è Paolo Bonaiuti il più feroce. Non è, la sua, la faziosità emotiva e dunque vulnerabile di un Gasparri, esposto a qualunque rissa verbale; non è l’inespressivo zelo di un Capezzone, che parla a gettone e abbisogna solo di una periodica manutenzione. L’arte di Bonaiuti, più raffinata e insieme più efferata, consiste nell’evitare sempre, sistematicamente, il merito delle questioni. Il suo mestiere è negare implicitamente l’esistenza degli altri.
L’altro giorno, per esempio, Dario Franceschini ha detto che mettere Berlusconi come capolista in tutti i collegi alle europee è, in termini tecnici e poi politici, un evidente imbroglio: perché il premier, secondo le leggi vigenti sull’incompatibilità, non può essere eletto a Strasburgo. Così gli ha risposto, o meglio non risposto Bonaiuti: ‟Franceschini insulta Berlusconi solo per far vedere che esiste”. Vivessimo in un paese intellettualmente funzionante, i giornalisti che gli reggono il microfono avrebbero il dovere di reiterare la domanda: ‟Sì va bene, Franceschini non le piace: ma nel merito dell’ineleggibilità del capolitista Berlusconi, lei cosa risponde?”. Ma la seconda domanda, quella che conta, non arriva mai. Bonaiuti lo sa, e dev’essere per questo che sorride sempre.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…