Michele Serra: L'amaca di mercoledì 12 agosto 2009

02 Settembre 2009
I festeggiamenti per l’Unità d’Italia (cade il centocinquantenario nel 2011) rischiavano di essere routine istituzionale e occasione convegnistica. O poco più. Grazie alla Lega, abbiamo l’occasione unica, e forse storica, di trasformarli in una grandiosa festa politica e popolare, super-partitica. Mi chiedo se la sinistra italiana al completo, la destra risorgimentale (liberale e post-fascista), quello che resta della borghesia laica e repubblicana, la miriade di associazioni e fondazioni nazionali preposte all’identità culturale di questo Paese se ne rendano davvero conto. C’è abbastanza tempo per fare del centocinquanterario una festa di massa, una primavera identitaria che coinvolga i milioni di italiani (penso soprattutto a quelli del Nord) che ne hanno fin sopra i capelli della prevaricazione leghista. Bisogna, naturalmente, crederci, cioè credere in uno spirito civico e in una passione politica che oggi paiono sostanzialmente fenomeni carsici, ma attendono solo un segnale forte per tornare in superficie. Sogno, e sono sicuro di non essere il solo, smisurati cortei tricolore che a Roma, Milano, Torino, Napoli, Palermo, Bari eccetera riconsegnino l’Italia agli italiani. In prima fila i faccioni di Garibaldi, Mazzini, Cavoure Vittorio Emanuele II, come da manuale delle scuole medie. Pensaci Franceschini (o Bersani o chi sarà), pensaci Fini, pensateci intellettuali e capi e sottocapi dell’Italia in apnea, che vuole finalmente respirare.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…