Michele Serra: Crocchia e bacchetta maestra perfetta

12 Settembre 2008
Si va delineando anche nei dettagli la riforma della scuola. Le ristrettezze dell'economia pubblica e i nuovi indirizzi pedagogici del ministro Gelmini vanno nella stessa direzione: oltre alla maestra unica, che seguirà gli studenti fino alla laurea, verranno introdotti in ogni istituto anche l'aula unica e l'alunno unico, attraverso un efficace sistema di bocciature a raffica che decimerà le scolaresche e aumenterà a dismisura la forza lavoro disponibile. Ma vediamo punto per punto i capitoli fondamentali della riforma.

Maestra unica
Per rendere più chiaro e credibile il ritorno alla pedagogia tradizionale, la maestra unica dovrà avere la crocchia ed essere preferibilmente bassa e grassa con il vestito a fiorellini, come le care vecchie maestre di una volta. Anche ove la maestra unica dovesse essere di sesso maschile, il vestito a fiorellini e la crocchia sono obbligatori. Insegnerà tutte le materie con l'ausilio dello strumento educativo che tanto ha dato alle generazioni passate, la bacchetta. Con la quale indicare alla lavagna la corretta grafia di 'taccuino' e 'soqquadro' e colpire con energia l'alunno somaro. Il cappello da somaro, per adeguarsi ai mutamenti sociali, sarà di Hugo Boss, che ha vinto il concorso tra gli stilisti presentando un modello con le orecchie forate per ospitare le cuffiette stereo e gli orecchini.

Grembiule
Il grembiule sarà a vita bassa, da indossare rimboccato sul culo e con le mutande firmate ben visibili, perché sia chiaro che il ritorno ai sani costumi di una volta non deve penalizzare l'economia nazionale. Azzurro per i maschietti, nero per le femminucce, dovrà essere indossato fino al giorno della tesi, con il fiocco bene annodato e il cestino della merenda sempre a portata di mano. Anche le università dovranno dotarsi di un'altalena in cortile per la ricreazione.

Pedagogia
Finalmente si torna ai metodi tradizionali. La bella calligrafia sarà la materia più importante, il pennino e il calamaio torneranno a fare bella mostra di sé sui banchi, le macchie di inchiostro che terrorizzarono generazioni di italiani torneranno a terrorizzare le nuove leve. Durante le simulazioni al ministero, alcuni alunni hanno usato il pennino per tatuarsi, altri hanno bevuto l'inchiostro, altri ancora sono morti dissanguati nel tentativo di pulire il pennino dall'involto di morchia e carta fradicia che lo avvolgeva dopo pochi secondi. Già nel 1924, un gruppo di traumatologi e di psicologi aveva chiesto la messa al bando del pennino, equiparato a una piccola alabarda e usato con destrezza solo dai figli delle guardie svizzere. Ma il ministro Gelmini sostiene che l'esperienza del pennino fortifica, ed è risoluta ad adottarlo insieme al sussidiario con le poesie di Angiolo Silvio Novaro.

Didattica
Tra le letture per le scuole elementari, tornano le amate figure sociali di una volta. Tra i titoli, ‟Il solerte mugnaio”, ‟La lavandaia canterina”, ‟Arriva l'arrotino!” e ‟Il campanaro del mio paesello”, tutti ristampati. Di nuova fattura ‟Il precario felice”, ‟Il pilota licenziato”, ‟La velina rispettosa” e ‟Impariamo a fare le aste su Internet”.

Materiale scolastico
Dovrà essere sempre in ordine. Quest'anno, a causa della stretta economica, oltre a riga, righello, squadra, gomma, temperamatite, quaderni, libri, diario, gli alunni dovranno portarsi da casa anche il banco e la sedia.

Disciplina
Torna la figura del capoclasse, che secondo i canoni già collaudati sarà uno stronzetto o una stronzetta, dall'aria saputella, incaricato di segnare alla lavagna i fannulloni. I bimbi poveri potranno essere nuovamente assistiti dal Patronato Scolastico, con le stesse modalità già note nei felici anni Cinquanta e Sessanta: i bambini ricchi daranno alla maestra qualche monetina da destinare ai compagni più sfortunati. La maestra cercherà di scappare con il gruzzolo per comperarsi finalmente qualcosa da mangiare e, se possibile, un nuovo vestito a fiorellini.

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