Michele Serra: Santanchè e il kebab alla milanese

02 Ottobre 2009
La battaglia di Daniela Santanchè contro l'oscurantismo islamista è appena agli inizi.
I punti fondamentali della campagna politica sono tre: 1. Strappare il burqa alle donne; 2. Strappare la barba agli imam; 3. Strappare le palle a qualcuno; 4. Costringere l'intero harem dello sceicco Al-Quaraquak, detto l'Iracondo, a partecipare al Festival di Sanremo con la canzone 'Sesso a volontà'. Giudicato troppo cruento anche dallo staff della signora, formato da ex legionari, preti lefebvriani ed ex pugili della palestra Duce della Balduina, il programma è stato ripensato in chiave più conciliante.

Burqa
In un dettagliato documento, Santanchè individua il vero punto dolente dell'indumento: in caso di lifiting facciale, non è possibile mostrare i risultati in pubblico. La comunità musulmana replica che il lifting rende impossibile l'identificazione delle donne soprattutto a volto scoperto, perché diventano tutte identiche a Sophia Loren da vecchia, anche se hanno diciotto anni. Tanto vale tenere il burqa. Si sta cercando un compromesso. Santanchè propone di incontrarsi a metà strada: un burqa all'occidentale, disegnato dai costumisti di Mediaset, con culo e tette di fuori, che faccia sentire le donne musulmane integrate nei nostri costumi.

Dialogo
Sempre in segno di conciliazione, Santanchè si è recata in visita al venerabile imam Alì, detto il Purissimo, impugnando un enorme salame di Varzi. Su suggerimento del ministro Calderoli, la festosa delegazione governativa era accompagnata dalla Corale delle Osterie Padane che intonava il canto popolare 'Ma alle donne, caso strano, il salame piace sano'. L'imam Alì ha apprezzato lo spirito amichevole, ha fatto disinfestare il quartiere e subito dopo è svenuto. I colloqui sono stati rimandati.

Scambi culturali
L'associazione Minareto, formata da anziani capi tribù appena arrivati da Pakistan e Afghanistan, è stata invitata da Santanchè ad assistere a 'X Factor'. Dopo essersi consultati, gli anziani hanno fatto una proposta alternativa: andare tutti a casa della Santanchè per celebrare nel suo salotto l'antico rituale della Battaglia delle Capre: montoni inferociti che si affrontano a cornate tra le urla della folla. Possibile compromesso: il rito tribale potrebbe svolgersi negli studi di 'X Factor' sostituendo alle capre i concorrenti. Ipotesi due, invitare tutti al Palio di Siena che gli antropologi considerano ideale per far sentire come a casa loro le comunità arcaiche di tutto il pianeta.


Polemiche
ll circolo culturale Sorelle inflessibili, animato da anziane massaie fondamentaliste che indossano il famigerato burqa a casetta (un prefabbricato munito di tapparelle, angolo cottura e citofono) non ha gradito la proposta della Santanchè di destinare i loro burqa ai terremotati, con cerimonia in diretta a 'Porta a Porta'. Un buco nell'acqua anche la proposta governativa di dotare i burqa di rotelle e targa: la Motorizzazione civile, che sta ancora sbrigando pratiche di cambio di proprietà degli anni Settanta, non è in grado di provvedere in tempi utili all'immatricolazione dei burqa come ciclomotori.

Kebab
Santanchè propone di regolamentare severamente la vendita e il consumo di kebab. Con una delle sue tipiche azioni dimostrative, ha fatto irruzione in una rosticceria araba di Lambrate avvolgendo il kebab nelle pagine più veementi dei libri di Oriana Fallaci. La clientela, divertita, le ha giudicate abbastanza croccanti, ma dal sapore molto discutibile. Il nuovo regolamento comunale prevede che il kebab, per rispettare e usanze gastronomiche e le norme igieniche lombarde, debba avere le uvette e i canditi come il panettone, essere impanato come le cotolette e servito insieme a un bicchiere di Baygon con funzioni di disinfettante.

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