La banalità del bene

Storia di Giorgio Perlasca

di Enrico Deaglio

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Una storia vera, appassionante come un romanzo di avventure: l’incredibile vicenda del commerciante padovano Giorgio Perlasca (1910-1992) che, nell’inverno del 1944, a Budapest, riuscì a salvare dallo sterminio migliaia di ebrei, spacciandosi per il console spagnolo.

Era stato un fascista entusiasta e aveva combattuto in Spagna come volontario per Franco. L’8 settembre 1943 lo trovò lontano da casa, ricercato dalle SS. Avrebbe potuto mettersi in salvo, decise di rischiare la vita. Dal suo Diario, che costituisce uno dei capitoli del libro, emerge l’azione straordinaria di un uomo solo, aiutato da uno sparuto gruppo di persone, che sforna documenti falsi, realizza e difende otto “case rifugio”, trova cibo, inganna nazisti tedeschi e ungheresi. Un organizzatore geniale e un magnifico impostore. Poi, il ritorno a casa e un silenzio durato quasi mezzo secolo, fino alla sua scoperta, merito di un gruppo di donne, ebree ungheresi, ragazzine all’epoca della guerra, che gli devono la vita. È stato onorato come eroe e “uomo giusto” in Ungheria, Israele, Stati Uniti, Spagna, e infine, grazie a questo libro, uscito vent’anni fa, anche in Italia.

Dal libro, tradotto in cinque lingue (17 edizioni solo in Italia, 130.000 copie, e altre 20.000 nell’edizione per le scuole Feltrinelli Loescher), Alberto Negrin ha tratto il tv-movie Perlasca. Un eroe italiano (2002), con Luca Zingaretti e Amanda Sandrelli, diventato uno dei più grandi successi Rai di sempre.

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Enrico Deaglio

Enrico Deaglio è nato a Torino nel 1947. Dal 2012 risiede a San Francisco. Ha lavorato nella carta stampata e in televisione. Si occupa di mafia da quarant’anni; nel 2021 …

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  • Marchio: FELTRINELLI
  • Data d’uscita: 10 Luglio 2013
  • Collana: Universale Economica
  • Pagine: 160
  • Prezzo: 9,50 €
  • ISBN: 9788807883071
  • Genere: Tascabili
21 Marzo. Giornata mondiale contro il razzismo

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In occasione della Giornata mondiale contro la discriminazione razziale e per i tre anni dell’associazione Il Razzismo è una brutta storia, l’associazione, insieme alle librerie laFeltrinelli organizza in tutta Italia incontri sul tema delle discriminazioni.

Cernobbio, devastato il monumento a Perlasca

Nella notte tra sabato 1 e domenica 2 febbraio 2003, abbattuto il cippo dedicato all'eroe che salvò migliaia di ebrei dagli stermini nazisti.

A Perlasca La Grolla d'oro

Il film Perlasca, un eroe italiano, diretto da Alberto Negrin, tratto dal romanzo di Enrico Deaglio La banalità del bene, ha vinto a Saint Vincent la prestigiosa Grolla d'oro.

Enrico Deaglio: Perlasca, quello scomodo gentiluomo fascista

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Giorgio Perlasca è un eroe. Lo sanno tutti. L´ha consacrato perfino la tv con quel bel film interpetrato da Luca Zingaretti. Ma il riconoscimento è recente, recentissimo. Fino all´87, questo commerciante padovano fascista, ex volontario nella Guerra di Spagna che, nell´inverno 1944, a Budapest, riuscì a salvare dallo sterminio nazista più di 5.000 ebrei, spacciandosi per il console spagnolo, sfornando salvacondotti falsi, difendendo otto case rifugio, trovando cibo, strappando ragazzi ai treni della morte di Eichmann, questo "magnifico impostore" era stato ignorato da tutti. Eppure, come in parte ricorda in questa lettera amara, nel '45 aveva consegnato un rapporto su quel che aveva fatto ai ministri degli Esteri italiano e spagnolo, e più tardi aveva parlato con Giuseppe Pella, Alcide De Gasperi, con i liberali triestini. Aveva anche mandato il suo diario al Messaggero Veneto: nessuno gli dette retta.
Perlasca si chiuse in un riserbo naturale e risentito, che si sciolse solo quando alcune donne ebree ungheresi, ragazzine da lui salvate ai tempi della guerra, nell´87 lo rintracciarono con annunci sui giornali e poi lo fecero riconoscere "Giusto tra i Giusti" allo Yad VaShem di Gerusalemme. Sì, dopo l´hanno onorato l´Ungheria, gli Stati Uniti, e anche l´Italia lo fece cavaliere e gli attribuì il vitalizio della Legge Bacchelli. Ma cinquant´anni di silenzio, quando si va alla "deriva" e si fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena, si sta in una casa misera e senza telefono, sono tanti. La rabbia che esprime questa lettera non deve né stupire, né togliergli un briciolo di onore, anche se usa frasi antipatiche.
Ne parliamo con Enrico Deaglio che Perlasca lo conobbe bene, accompagnandolo per due anni in giro per il mondo, e soprattutto scrivendo su di lui, nel 1991, un bellissimo libro, La banalità del bene.