L'ultimo viaggio

La coscienza nel mistero della morte. Dalle antiche pratiche sciamaniche alle nuove cartografie della psiche

di Stanislav Grof

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“Non abbiamo alcuna prova che la coscienza sia effettivamente prodotta dal cervello”

Che cosa sappiamo degli stati liminali della nostra esistenza? Per esempio le fasi che precedono la nascita: è veramente impossibile ricordare qualcosa? O invece siamo in grado di rievocare i traumi che ci hanno accompagnato in questo processo? Stanislav Grof da quasi mezzo secolo si pone quest’ordine di domande sulla coscienza e di conseguenza rintraccia gli strumenti più adatti per scandagliarne i contorni. E la morte? Che cosa sappiamo veramente della morte? Come possono aiutarci i testi antichi di saggezza (il tibetano Bardo Thödol, l’egiziano Per Em Hru, l’azteco Codex Borgia, il Ceramic Codex dei Maya e il nostro Ars Moriendi), e le pratiche sciamaniche accompagnarci positivamente in questo viaggio? Tanti interrogativi apparentemente senza risposta, che però definiscono gli estremi teorici di una ricerca senza pari, per certi versi persino spregiudicata. Perché quando si tratta di porre una domanda “scomoda”, lì c’è Grof. E in questo libro definisce una nuova cartografia della psiche emersa dalla sua ricerca cinquantennale sulla terapia psichedelica, la respirazione olotropica e le crisi psico-spirituali spontanee. Ma anche le aree di ricerca relative alla sopravvivenza della coscienza dopo la morte: esperienze di quasi-morte, karma e reincarnazione, e la comunicazione con coscienze disincarnate. Un libro veramente sorprendente.

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Stanislav Grof

Stanislav Grof (1931), nato a Praga, medico, psichiatra e ricercatore da oltre quarant’anni degli stati di coscienza non ordinari, è uno dei fondatori della Psicologia transpersonale. Negli Stati Uniti fu …

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