Antonio Negri

Antonio (Toni) Negri (Padova, 1933), tra i maggiori pensatori della dottrina dello stato a livello mondiale, è sempre stato coinvolto in modo attivo nei movimenti di trasformazione della società. Dopo aver partecipato all'esperienza dei ‟Quaderni Rossi” nei primi anni sessanta, ha avuto un'importanza cruciale nell'elaborazione teorica dell'operaismo e in seguito nella fondazione di Potere operaio e nell'Autonomia operaia. Arrestato nell'operazione ‟7 aprile” del 1979 con l'accusa di far parte delle Brigate rosse, verrà condannato con l'accusa di esserne ‟moralmente responsabile”. Riparato in Francia nel 1983 dopo essere stato eletto nelle liste del Partito radicale, rientra in Italia nel 1997. Tra i suoi lavori più importanti: in collaborazione con Michael Hardt, Impero (Rizzoli, 2002), Moltitudine (Rizzoli, 2004) e Comune (Rizzoli, 2010); una trilogia di studi su Spinoza Marx oltre Marx (Feltrinelli, 1979; ora manifestolibri, 1998), Il potere costituente. Saggio sulle alternative del moderno (SugarCo, 1992). Con Feltrinelli ha pubblicato anche Goodbye Mr Socialism (2006), Fabbrica di porcellana. Per una nuova grammatica politica (2008) e Questo non è un Manifesto (con Michael Hardt; 2012).

Antonio Negri

Questo non è un Manifesto di Michael Hardt, Antonio Negri

Che sia giunto il momento di cambiare qualcosa, nel mondo in preda alla crisi globale, lo pensano davvero in molti. Che sia il caso di fare qualcosa per limitare tutti quei poteri dominanti, finanziari e politici, che ci hanno portato alla rovina sta diventando un sentimento condiviso. Con questo…

L'eversione da stadio, la polizia, Brera, il calcio. Intervista a Toni Negri

L'eversione da stadio, la polizia, Brera, il calcio. Intervista a Toni Negri

Parliamo di calcio con Toni Negri, in un bar del centro di Roma. ‟[...] Per dire queste cose bisognerebbe fare un lavoro alla Gianni Brera, cioè entrare nei ritmi atletici, nel modo in cui si cibano, nel modo in cui sono serviti. L'altro giorno guardavo sul Corriere una fotografia della Fiorentina, e mi son trovato a contare 23 giocatori e 15 tra preparatori e allenatori. Cioè ogni giocatore ha quasi persona che lo segue professionalmente. Il che evidentemente non è più soltanto professionismo, c'è un surplus di tecnica. In effetti, come si fa a reggere tre incontri a settimana? Siamo in una struttura che non è più quella nella quale chiunque con strumenti normali, intellettivi, affettivi, immaginativi può partecipare al calcio. Diventa una cosa sovrumana, iperumana. Credo che questa forma di tifo totalmente esasperato sia un tentativo di imitazione di questo tipo di calcio.”

"Scordiamoci l’amnistia”. Intervista a Toni Negri

"Sul Pci il nodo materiale della costituzione italiana, l'accordo politico - dopo il ’68, dopo il ’73 - tra le forze che la scrissero, e che hanno poi stabilito il compromesso storico, è qualcosa che, allora, escluse violentemente tutte le forze viventi che in quel momento si esprimevano nella società italiana - e che avrebbero continuato a farlo in futuro. Ossia, le forze regionaliste, quelle forze sindacali che nel '77 tentavano di aprire un discorso sul precariato, molta parte delle forze cattoliche, in particolare le forze della pace. Il baricentro è ancora quello nel 2007, eppure si vede male come, in Italia oggi, questa situazione potrebbe aprire la strada a uno Zapatero nostrano."