Alessandra Arachi: Viaggio sulle autostrade delle code. I cinque nodi che bloccano l'Italia

06 Luglio 2004
Code, ingorghi, strozzature, imbuti: a rivedere adesso la storia della costruzione delle nostre autostrade sembra la cronaca di un inferno annunciato. A cominciare dall'Autostrada del Sole: erano gli anni del boom, gli anni Sessanta, ma nonostante quel benessere esplosivo i progettisti sbagliarono a fare i conti, e anche di molto. Pensarono: quando arriverà il Duemila sulla autostrada che collega Milano con Napoli ogni giorno viaggeranno, in media, circa 20 mila veicoli. La costruirono così, con questa capienza, sbagliando i calcoli in un rapporto di uno a tre. Oggi, infatti, la nostra arteria autostradale nazionale ogni giorno è attraversata, in media, da quasi 60 mila veicoli, un quarto dei quali trasportano merci. Tir, camion pesanti e autoarticolati: ogni giorno portano su e giù tra Milano e Napoli oltre 100 mila tonnellate di merci. A scendere più in giù le cose non migliorano: basta guardarla la Salerno-Reggio Calabria per capire. Cominciarono a costruirla nel 1961, la terminarono dieci anni dopo. Ma non fecero mai più di due corsie lungo tutti quei 443 chilometri. E dagli anni Settanta ad oggi il traffico si è più che triplicato, passando da tre a dieci milioni di veicoli ogni anno. Spieghiamo qui accanto qualche dettaglio in più su questa autostrada del Sud (gratuita) e su altri quattro punti dell'inferno autostradale che ci sono sembrati particolarmente nevralgici e faticosi. Come Mestre, dove si attende ancora la posa della prima pietra per la costruzione del famigerato passante. Ma anche del tratto Savona-Sanremo e degli snodi di Bologna e di Firenze. È qui che è finalmente cominciata la costruzione della tanto attesa variante di valico, 60 chilometri a cavallo tra Firenze e Bologna. Per la precisione: tra Sasso Marconi e Barberino del Mugello. Dalla società Autostrade per l'Italia garantiscono: la variante di valico sarà ultimata nel 2009. Per adesso si sta lavorando ad un primo tratto di 20 chilometri (per amore di precisione specifichiamo che lo stato degli avanzamenti dei lavori è al 38%). Da pochi mesi, poi, si è anche dato il via alla costruzione della cosiddetta galleria di base, quegli otto chilometri e mezzo tra Castiglione di Pepoli e Barberino del Mugello che serviranno ad abbassare nei fatti la quota del valico. Nel frattempo, ovviamente, continueranno ad imperversare cantieri su quel tratto di autostrada che taglia l'Appennino e toglie la pazienza a chi lo attraversa guidando. Sono ben ventiquattro le società che gestiscono tutta la rete delle autostrade italiane: quasi 6 mila e 500 chilometri (di cui 5 mila e 600 chilometri sono a pagamento). La fetta più grande, praticamente la metà, viene gestita dal Gruppo Autostrade (quasi interamente controllato dalla società Autostrade per l'Italia). All'Anas spetta invece la gestione di quasi mille e trecento chilometri di autostrade, ovvero tutta la Salerno-Reggio Calabria oltre alle autostrade siciliane. Non è sempre facile far "comunicare" tra loro i differenti tratti di autostrade. Comunicare ingorghi ed incidenti. Certo, ci sono i cosiddetti cartelli a messaggio variabile, ma non vengono usati da tutte le società. E se la società Autostrade per l'Italia li usa per mandare messaggi anche in tratti che non le competono, la verità è che nella maggior parte dei casi anche gli stessi gestori delle autostrade devono affidare le proprie comunicazioni all'etere delle onde radiofoniche, così come gli ignari automobilisti.

Alessandra Arachi

Alessandra Arachi, nata a Roma nel 1964, giornalista al “Corriere della Sera”, con Feltrinelli ha pubblicato: Briciole. Storia di un’anoressia (1994), da cui è stato tratto l’omonimo film per tv con la …