Riccardo Staglianò: La mini-guida per sopravvivere all´Iraq

10 Marzo 2005
I soldati mancini sono i più a rischio in Iraq. Perché, come illustra il pieghevole a uso dei marines, al primo posto della lista delle ‟cose da non fare” c´è proprio "adoperare la mano sinistra per toccare gli altri, mangiare o fare gesti. È considerato non corretto". Il perché la ‟Iraq Culture Smart Card” non lo spiega ma fa lo stesso: è una mini-guida per soldati, serve a evitare solo quelle gaffe che potrebbero inimicare l´interlocutore, quando non costare la pelle. Chi ha la fortuna di tornare a casa potrà approfondire e scoprire che il ‟divieto” (ma gli esperti dicono ‟comportamento scoraggiato”) deriva da un versetto del Profeta.
Il fatto che sia molto colorata e faccia ampiamente ricorso a figurine da cartone animato non deve fuorviare: è una segnaletica serissima, una sorta di corso intensivo di usi e cultura islamici spalmati su un foglio poco più grande d´un formato A3, realizzato dalla divisione di intelligence dei marines a Quantico, in Virginia, a pochi chilometri dal quartier generale della Cia. Un capolavoro di miniaturizzazione della conoscenza, didascalico ed efficace come solo i manuali americani sanno essere. Ciò che in un libro prenderebbe un capitolo qui è un riquadro grande come una tasca. Spunta verde, ‟cose da fare” quindi: ‟Siate pazienti: l´approccio iracheno al tempo è lento e rilassato” oppure ‟Provate tutti i cibi che vi offrono”. Croce rossa, ‟cose da non fare” invece: ‟Non mostrate attenzione alle donne interloquendo con loro, fissandole o toccandole” e ancora ‟Non puntate con un dito. È un segno di disprezzo. Se volete indicare, fatelo con l´intera mano”. Arabi, curdi, caldei, turcomanni sono riassunti in un elenco puntato e c´è un istogramma che rende al volo il peso delle loro percentuali sul totale della popolazione. Prendiamo il riquadro di ‟abiti/gestualità”. Noi diciamo kefiah, in generale, loro distinguono secondo colori e disegno: ‟Bianca per chi non ha ancora fatto il pellegrinaggio alla Mecca; a scacchi per chi l´ha fatto, bianchi e neri se appartiene a uno stato presidenziale, bianchi e rossi per i sudditi delle monarchie”. Un mediorientalista consultato storce la bocca (‟tassonomia fantasiosa”) ma se non un esame universitario almeno un quiz a risposta multipla con la ‟smart card” si passa in souplesse.
Il lato b della cartina culturale è quello degli aspetti di sopravvivenza in senso stretto. Il frasario essenziale prevede comandi tipo ‟stop” (e la sua trascrizione fonetica ‟awgaf”), ‟gettate a terra le armi” o ‟arrendetevi” e domande come ‟parli inglese?”. Il tutto con la scritta in arabo accanto: se la pronuncia fa difetto la si può mostrare con il dito. ‟Tecniche d´imboscata” e ‟armi” si trovano in una tavola sinottica degna di un´enciclopedia per bambini. Ma non è un gioco, tutto il contrario. ‟Dà informazioni cruciali sul teatro delle operazioni - spiega un portavoce dei marines a Falluja. Prima di partire ci hanno istruito sulle differenze culturali, la ‘smart card’ serve a non dimenticarle”. Evitando incomprensioni tragiche dove ci può scappare il morto.

Riccardo Staglianò

Riccardo Staglianò (Viareggio, 1968) è redattore della versione elettronica de "la Repubblica". Ha scritto a lungo di nuove tecnologie per il "Corriere della Sera" ed è il cofondatore della rivista …