Riccardo Staglianò: "Cia, sull´Iraq errori colossali"

01 Aprile 2005
"Dead wrong". Così sono state le agenzie di intelligence americane nel valutare le armi di distruzione di massa in Iraq, dove la traduzione "totalmente in errore" non rende appieno la negatività del giudizio contenuto in un rapporto presentato ieri. A stilare l´inappellabile bocciatura è stata la commissione nominata un anno fa dal presidente George Bush per capire cos´era andato storto nella caccia agli introvabili arsenali di sterminio di Saddam Hussein. "Semplicemente non ci possiamo permettere fallimenti di questa magnitudine" hanno quindi concluso i nove saggi guidati dall´ex giudice Laurence Silberman (repubblicano) e dall´ex governatore della Virginia Charles Robb (democratico), aggiungendo al termine delle 618 pagine del documento che "ci vorranno anni per recuperare il danno che ne è derivato alla credibilità americana". E se questo è il passato, il presente non è più consolante dal momento che anche sulle nuove potenziali minacce nucleari le spie americane sanno poco o punto. "La parte secretata dello studio - ha detto un esperto citato dal New York Times - dice che quando si arriva ai dettagli critici, la Corea del nord è un buco nero e l´Iran non è molto meglio".
Il testo licenziato ieri dice che i difetti strutturali del sistema delle intelligence sono stati, principalmente, la sua natura burocratica unita a una cattiva condivisione delle informazioni e, nel caso dell´Iraq, un assunto preconfezionato che non lasciava spazio al dubbio che quelle armi potessero non esserci. Sia la Cia che la National Security Agency, tra le principali accusate ("possono essere furbe e onniscienti nei film, ma nella vita reale assomigliano di più a enormi burocrazie"), hanno fornito pochi dati "che gli analisti potevano analizzare, e molto di ciò che hanno raccolto era o di scarso valore o fuorviante". Per evitare che ciò risucceda, tra le oltre 70 proposte avanzate dai saggi si insiste sulla scarsezza degli agenti segreti infiltrati, la cosiddetta humint (human intelligence) contrapposta alla techint, che fa un sopravvalutato ricorso alla tecnologia.
Per cominciare, quel super-ministero che la comunità delle spie americane sembra essere diventata deve imparare a interagire tra i suoi 15 diversi rami. Tante sono, infatti, le agenzie che il nuovo "zar" John Negroponte è chiamato a coordinare. Per lui la commissione ha chiesto più poteri e il suo principale sponsor Bush ha invitato il Congresso ad "agire rapidamente" nel confermare la sua nomina, senza aspettare i due mesi che potrebbero passare sino all´investitura definitiva. Per la Casa Bianca non è un buon momento. Proprio ieri, sull´onda dei sondaggi che lo danno in calo di popolarità anche sul versante della politica interna, il Presidente ha disposto che tutti i ministri del governo trascorrano almeno quattro ore alla settimana negli uffici della residenza di Pennsylvania Avenue. Vuole stringere i ranghi, capire come contrastare l´insoddisfazione del paese. E anche per questo ha accolto con particolare sollievo il fatto che la commissione non abbia riscontrato né "distorsioni deliberate" né "pressioni esterne" nel processo che ha generato gli errori degli 007 (un´"assoluzione" su cui Maureen Dowd, commentatrice del New York Times, ha dedicato un corsivo al veleno). Bush ha quindi detto di "condividere la conclusione centrale del rapporto: la comunità dell´intelligence necessita mutamenti fondamentali" e la sua Amministrazione valuterà tutte le proposte, a partire da quella di creare una nuova agenzia sulla non proliferazione nucleare, di realizzare un maggiore coordinamento tra tutti gli organismi che si occupano di spionaggio e contro-spionaggio e l´ipotesi di costituire, all´interno dell´Fbi, una propria unità di spionaggio. "Non c´è missione più importante che capire quali armi i nostri nemici possiedano e come intendano usarle contro di noi" recita un altro passaggio cruciale del rapporto; "questi sono i loro più profondi segreti e farli venire a galla deve essere la nostra più alta priorità". Un lavoro vitale, da svolgere senza pregiudizi.

Riccardo Staglianò

Riccardo Staglianò (Viareggio, 1968) è redattore della versione elettronica de "la Repubblica". Ha scritto a lungo di nuove tecnologie per il "Corriere della Sera" ed è il cofondatore della rivista …