Alessandra Arachi: Buttiglione sul referendum. “Attenti a toccare la norma”

10 Giugno 2005
Ministro Rocco Buttiglione, ma è vero che se i referendum fallissero e dunque la legge 40 rimanesse così com’è, a cambiare subito dopo sarebbe la legge 194, quella sull’aborto?
No.


No? Ma la legge 40 e la legge 194 sono in contraddizione tra di loro. Come possono convivere?
La legge 40 e la legge 194 non sono affatto in contraddizione.

Molti sostengono di sì, anche molti cattolici...
E sbagliano.

Perché?
Perché tutte e due le leggi difendono il diritto alla vita degli embrioni. La differenza è che la legge 194 sostiene che il diritto alla vita dell’embrione cede davanti al diritto prevalente della madre alla salute. Soltanto davanti al diritto della madre che è l’unico giudice di questa decisione. E che dunque può dilatare quanto vuole il suo diritto alla salute, anche in senso psicologico.

E lei non la vuole cambiare questa legge? Le ha sentite le parole del Papa, le ultime? Torna sull’aborto, sostiene che non si può ‟sopprimere o manomettere la vita che nasce”...
È ovviamente. giusto quello che dice il Santo Padre. Però...

Però?
Il Papa però parla di morale, io parlo di politica. Il Papa dice che l’aborto è male. Io dico che la legge 40 non contraddice la legge 194 e aggiungo che se qualcuno vorrà cambiare la legge 194 lo dovrà fare con una battaglia ad hoc, non certo approfittare di questa sui referendum.

Ma lei la vorrebbe cambiare o no la legge 194?
Prima di toccarla la legge 194 bisogna stare molto attenti. Cercare di proteggere il diritto del bambino contro la madre è impossibile.

Sta difendendo la legge 194?
In un certo senso sì.

In quale senso?
Nel senso che prima di porci il problema di sanzionare penalmente l’aborto dobbiamo cercare di lavorare su altri fronti.

Quali?
Io, prima di tutto, mi concentrerei sullo sforzo di ricostruire l’alleanza tra il bambino e la madre.

In che modo?
So che il 10 15% degli aborti vengono fatti per ragioni economiche: perché non interveniamo su questo? So anche che un’altra percentuale di aborti ha dietro motivazioni psicologiche: non sarebbe il caso di dare sostegno a queste madri? Ma non è tutto.

Cosa ancora?
Ci sono donne che abortiscono perché non trovano il modo di conciliare i tempi di lavoro e quelli della famiglia: non è questo un punto sul quale tutti quanti dovremmo lavorare? Non si potrebbe trovare un terreno comune per costruire invece che distruggere? Alle sanzioni penali penseremo dopo.

E quando?
Non so se toccherà alle prossime generazioni o a quelle dopo ancora o, addirittura, mai più. Di certo so che la cosa meno sensata che si possa fare è cercare di modificare la legge 194 subito dopo un eventuale fallimento dei referendum sulla legge 40. Non c’è questo in discussione.

E cosa allora? La legge 40 difende il diritto alla vita dell’embrione anche se non è mai stato chiarito davvero se l’embrione è davvero l’inizio della vita...
È vero, non è mai stato chiarito. E nel dubbio è bene difenderlo. Ripeto: soltanto la madre può toccare l’embrione, non certo le case farmaceutiche.

Ma gli embrioni sono fondamentali per la ricerca scientifica?
E chi lo ha detto?.

Tanti, tantissimi autorevoli scienziati.... Io so soltanto che fino ad oggi i risultati più importanti nella ricerca si sono ottenuti con le cellule staminali adulte e non con quelle embrionali.

Dunque va contro il parere degli scienziati?
Non mi permetterei mai. Però posso dire con certezza che ci sono molti altri scienziati che dicono quello che ho appena detto io: i migliori risultati nella ricerca si ottengono con le cellule staminali adulte.

Alessandra Arachi

Alessandra Arachi, nata a Roma nel 1964, giornalista al “Corriere della Sera”, con Feltrinelli ha pubblicato: Briciole. Storia di un’anoressia (1994), da cui è stato tratto l’omonimo film per tv con la …