Riccardo Staglianò: Clinton, la vita dopo i by-pass. "Ora voglio che vinca Hillary"

21 Dicembre 2005
Non c´è di meglio che un appuntamento mancato di un soffio con la morte per diventare puntualissimi con le occasioni offerte dalla vita. Gli ex uomini più potenti del mondo non fanno eccezione. Rispetto ai tempi della Casa Bianca Bill Clinton ha qualche by-pass e una dose di saggezza in più. ‟Mi hanno reso grato per ogni nuovo giorno. E credo di essere più sensibile verso le altre persone” dice in un´intervista all´‟Independent” delle due operazioni che l´hanno salvato un anno fa. Niente più hamburger e schifezze da ragazzo dell´Arkansas con cui gli piaceva far inorridire il protocollo presidenziale: ha domato il suo colesterolo (‟continuerò a prendere pasticche per il resto della vita”) e non ha intenzione di sgarrare. Ma non gli pesa, come non gli è pesato il fatto di essere stato riaperto dai chirurghi (‟ho tanti tagli come uno che abbia lottato con una tigre”). Anzi, l´essere stato così a lungo sotto i ferri lo ha aiutato a curare altre cicatrici, più profonde.
‟Mi fa un piacere enorme poter fare cose che aiutino Hillary” spiega. E assicura: ‟Non intendo mai più correre per qualche carica e sono orgoglioso che lei invece lo faccia”. La power couple che più di una volta ha rischiato di andare in pezzi in mondovisione si è ricomposta, a parti invertite. E ‟il marito della senatrice” ha sviluppato una teoria sulla manutenzione dei matrimoni: ‟Soprattutto quando i figli sono cresciuti la cosa più importante è rimanere coinvolti nella vita dell´altro, continuare a essere il suo miglior amico”. Chelsea non è più né ragazzina e lavora per la società di consulenza McKinsey a Londra con il servizio sanitario nazionale, il sogno politico irrealizzato dei genitori: ‟Ha il carattere e l´intelligenza di sua madre, un´etica molto forte. Da me ha preso l´energia”. E del suo non risparmiarsi teme solo una cosa: ‟La maggior parte dei miei errori li ho fatti quando ero troppo stanco per accorgermene”.
Ma l´uomo nuovo è anche un politico stagionato. Ha sempre trattato cavallerescamente il successore Bush. Senza nominarlo dice di temere l´uso della ‟religione come arma politica”, l´illusione pericolosissima e incompatibile con la democrazia di ‟detenere la verità assoluta”. ‟C´è qualcosa che sbagliamo nella lotta al terrorismo?” gli chiedono. Clinton loda l´intelligence (‟non abbiamo idea di quante cose orribili ha sventato”) e consiglia di controllare meglio le migliaia di container che arrivano negli Usa perché metterci dentro un´arma chimica o nucleare è un gioco da ragazzi. Quanto all´Iraq, poi, è cosa diversa dal Vietnam. ‟Un pantano”, d´accordo, ma dove il 58% degli iracheni (‟che lottano al nostro fianco”) ha votato. Per evitare che Bagdad diventi Saigon bisogna tuttavia coinvolgere i sunniti e fare in fretta ad addestrare l´esercito locale: ‟Due condizioni che devono realizzarsi prima che gli americani si stanchino dei loro giovani che muoiono sul fronte”. I precedenti storici non sono di buon auspicio: ‟Solo gli inglesi riuscirono a vincere l´insurrezione in Malesia... in 15 anni però”. Ma la storia non è condannata a ripetersi come la seconda vita di questo ultracinquantenne pacato sembra dimostrare.

Riccardo Staglianò

Riccardo Staglianò (Viareggio, 1968) è redattore della versione elettronica de "la Repubblica". Ha scritto a lungo di nuove tecnologie per il "Corriere della Sera" ed è il cofondatore della rivista …