Riccardo Staglianò: Migliaia di agenti Cia smascherati su Internet

13 Marzo 2006
Alle pagine bianche su internet Valerie Plame non risulta. Niente numeri di telefono per la spia il cui nome venne rivelato per vendetta dando vita allo scandalo del Cia-gate. Ma mentre White Pages si scusa (‟sorry, niente risultati”) nella stessa pagina spunta fuori un annuncio di US Search, un servizio concorrente: ‟Abbiamo questo nome nel nostro database”. Con 20 dollari si può scoprire indirizzo e telefono. Spendendo il doppio anche eventuali coinquilini, valore dell’immobile, grane fiscali sino alla bancarotta, storia giudiziaria, matrimoni e divorzi. Con la garanzia "soddisfatti o rimborsati": l’addebito sulla carta di credito avviene solo se le informazioni saltano fuori.
Dura la vita degli agenti segreti al tempo di Google. Basta sapere come cercare e le "coperture" degli 007 diventano trasparenti come veli di organza. Come ha dimostrato un’inchiesta del ‟Chicago Tribune” che ha identificato come dipendenti della Central Intelligence Agency ben 2653 persone, oltre ad aver localizzato una cinquantina di aziende fantoccio dove costoro figuravano lavorare. Il tutto utilizzando solo informazioni pubbliche (elenchi telefonici, registri di compravendite immobiliari o sentenze di tribunale e così via) che vari servizi a pagamento online aggregano. Il direttore dell’agenzia Porter Goss si è detto ‟inorridito”. ‟Non so se Al Qaeda sia in grado di arrivare agli indirizzi, i cinesi certamente possono” ha commentato un alto funzionario di Langley. E non si capisce il motivo della distinzione dal momento che basta un accesso a internet, una carta di credito e qualche familiarità con le banche dati.
Il quotidiano statunitense, per evitare di mettere in pericolo gli agenti (e commettere reato federale, come avvenne nel caso Plame), non ha pubblicato né i nomi né le vie seguite per identificarli. Degli oltre 2600 nominativi solo una piccola parte sono Non-official cover, ovvero persone che operano al riparo di qualifiche fittizie. Ma per dimostrare che non scherzava ha descritto in dettaglio il profilo di un’agente: donna, 52 anni, cresciuta a Kansas City ma residente in Virginia in una casa con tre stanze. E Langley ha incassato un colpo ancora più duro quando ha visto mettere alla gogna la propria base di addestramento di Camp Peary, in Virginia. Della "fattoria", come la chiamavano pensando che bastasse a proteggerne la riservatezza, si conoscono i dettagli di 26 dipendenti e anche le "targhe" di 17 voli che atterrano e decollano da lì. Tra cui, probabilmente, alcuni usati per le "consegne speciali" di sospetti terroristi. Come è successo per l’egiziano Abu Omar a Milano. Dopo quel caso, in cui gli agenti coinvolti si erano registrati negli alberghi con i loro veri nomi e senza prendere particolari cautele, Goss aveva ordinato una revisione del sistema delle coperture. Che lo scoop del ‟Tribune” renderà più urgente.

Riccardo Staglianò

Riccardo Staglianò (Viareggio, 1968) è redattore della versione elettronica de "la Repubblica". Ha scritto a lungo di nuove tecnologie per il "Corriere della Sera" ed è il cofondatore della rivista …