Enrico Franceschini: Il mondo con la febbre del mattone. Anche sul Monopoli scattano i rincari

30 Giugno 2006
Siamo stati tutti capitalisti, imprenditori, commercianti, in una stagione della nostra vita: quando da ragazzini giocavamo a Monopoli, comprando e vendendo case, alberghi e terreni, realizzando e sperperando montagne di denaro, giocandoci il destino a dadi, saltando da una casella all´altra per non finire in prigione. Col senno di poi, da adulti, ci siamo resi conto che quel gioco somigliava un po´ alla vita: basti pensare alle recenti disavventure dei ‟furbetti del quartierino”.
Ma per continuare a rispecchiare la realtà il Monopoli aveva bisogno di un ‟lifting” e alla Parker, la società di produzione che lo creò giusto settant´anni fa, hanno deciso che è arrivato il momento: così, per meglio riflettere i nuovi quartieri alla moda e, soprattutto, i nuovi prezzi, da questo mese è cambiata la toponomastica del gioco di società più famoso del mondo.
Se nel 1936, l´anno in cui il Monopoli fece la sua comparsa sul mercato, la casella più a buon mercato dell´edizione originale inglese era Old Kent road, in vendita per 60 sterline, nell´odierna versione aggiornata la casella più economica, Bishopgate, costa 600 mila sterline. Se allora le zone più esclusive erano Park Lane e Mayfair (Parco delle Vittorie e Viale dei Giardini nell´edizione italiana), oggi vengono rimpiazzate da Knightsbridge e Kensington Palace Gardens. Nel 1936 il terreno di Mayfais si acquistava per 400 sterline; nel 2006 quello di Knighstbridge costa 4 milioni di sterline.
Sicché, oltre a inserire nuove strade (Brick Lane, Canary Wharf, Primrose Hill, Notting Hill Gate, per citare alcune delle più ‟trendy”), i cervelloni della Parker hanno dovuto anche cambiare il taglio delle (finte) banconote: altrimenti ci sarebbe voluto un secolo per mettere insieme qualche milione di sterline.
Conseguenza dei tempi, dell´inflazione, del boom immobiliare di Londra (e non solo di Londra: il prezzo delle case è salito alle stelle in tutte le altre capitali in cui è ambientato il gioco del Monopoli, dalla Quinta Avenue a Manhattan a via Montenapoleone a Milano), la riforma può servire da guida anche a chi preferisce il ben più realistico gioco degli investimenti immobiliari. I prezzi, infatti, sono indicativi dei quartieri e delle strade in cui è maggiormente cresciuto il valore delle case. In almeno un caso, però, sono indicativi per difetto. A Kensington Palace Gardens, la via più cara della nuova versione del gioco, la realtà sfiora infatti l´incredibile: 3 mila sterline al piede quadrato, come certifica il Daily Telegraph, che ispirato dal gioco ha mandato i suoi cronisti a controllare, ossia 45 mila euro al metro quadro, ovvero 4 milioni e mezzo di euro, nove miliardi di lire di una volta, per un appartamentino di cento metri quadri.
Chi vive in questa strada da nababbi? Sceicchi arabi, petrolieri russi, ambasciatori, aristocratici, capitani d´industria, che naturalmente non si stringono in cento e nemmeno in duecento metri quadri ma occupano da cima a fondo magnifici palazzi vittoriani. Prendiamone uno a caso, quello al numero 18-19: dodici camere da letto, abbastanza marmo da decorare il Taj Mahal, parcheggio sotterraneo per venti automobili, piscina coperta, sauna, palestra.
Gli inquilini del passato includono il Barone de Reuter (fondatore dell´omonima agenzia di stampa), la famiglia Rothschild, il sultano del Brunei. Nel 2001 Bernie Ecclestone, boss della Formula 1, lo ha comprato per 50 milioni di sterline (circa 70 milioni di euro), nel 2004 lo ha rivenduto al re dell´acciaio Lakshmi Mittal, di origine indiana, per 70 milioni di sterline, circa 100 milioni di euro, 200 miliardi delle nostre vecchie lire. Un guadagno di 30 milioni di euro in tre anni, per lo scaltro Ecclestone.
Qualcuno, al Monopoli, ci gioca sul serio. Pubblicato in oltre 40 paesi e in più di venti lingue diverse, il Monopoli è uno dei giochi più conosciuti del mondo. Lo ha ideato nel 1903 una donna, Elizabeth Magie, con lo scopo di sostenere la propaganda anticapitalista anche se il messaggio qualche anno più tardi, probabilmente, non fu capito da Fidel Castro, che ne ha bandito l´uso. Continua a essere richiestissimo e ne esistono anche versioni speciali come quelle realizzate su commissione della Nasa per poter essere utilizzate in assenza di gravità. Negli anni Sessanta stato giocato con mazzette di banconote vere dagli autori della grande rapina al treno prima della spartizione del bottino da due milioni di sterline.

Enrico Franceschini

Enrico Franceschini (Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è da più di trent'anni corrispondente dall’estero per “la Repubblica”, per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e …