Michele Serra: L'amaca di venerdì 13 aprile 2007

14 Aprile 2007
Oggi la bandierina della mia anima è a mezz´asta. E´ morto Kurt Vonnegut, lo scrittore più indisciplinato, più fantasioso, meno pedante, meno letterario del mondo, e un po´ di gente, in giro per il pianeta, è molto triste e per consolarsi riprenderà in mano qualcuno dei suoi libri (io vi consiglio, a parte il celebrato Mattatoio numero 5, Il grande tiratore oppure Comica finale). Di sé stesso diceva, con una punta di sorpresa, che nessuno dei suoi tanti personaggi era "veramente cattivo". Eppure ha raccontato (ben prima che fosse di moda) la decadenza morale e politica dell´America e della nostra vecchia civiltà attraverso un rosario irresistibile di casi umani, psicolabili, mostri, killer, ubriaconi, ninfomani, imbroglioni, capi scellerati, soldatini feroci. Uno sconquasso implacabile nel quale tutti, in fin dei conti, sono solo vittime, comicamente sballottati in fondo allo scatolone della vita come giocattoli vecchi. Di lui si dice che sia stato una delle massime espressioni artistiche dell´America libertaria e pacifista, ma è stato molto di più. E´ stato uno dei più acuti descrittori (e anticipatori) della crisi dell´Occidente, e il bello è che è riuscito a esserlo senza una sola riga di moralismo, o di retorica, o di distacco cinico. Della propria morte avrebbe scritto: "Era molto vecchio, è caduto, ha battuto la testa e dopo pochi giorni è morto. Così va".

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…